Fisichella
il senatore Fisichella, AN, vice-presidente del Senato, risponde indirettamente alle dichiarazioni di Pera al meeting di CL:
Ragioni per manifestare in piazza ce ne sono. Perchè in una democrazia avanzata come l´Italia «la crisi dei partiti», «le situazioni di egemonia esistenti nel sistema delle comunicazioni», «le forti concentrazioni di tipo politico, economico-finanziario e mediatico», «il declino del ruolo del Parlamento» concorrono a restringere le sedi della partecipazione.
Quindi, legittima è la piazza, legittimi sono i girotondi, le manifestazioni alle quali del resto «ha fatto ricorso anche la maggioranza attuale quand´era minoranza, basti ricordare quella di un milione di persone a piazza San Giovanni». (da Repubblica di oggi)
guardate come siamo ridotti: sono d’accordo con lui
ma a proposito della manifestazione del polo a S. Giovanni: un milione di persone? i funzionari della Questura di Roma a proposito della manifestazione dell’Ulivo di marzo, calcolando in trecentomila i partecipanti dichiararono che la piazza non ne contiene di più, gli organizzatori ne contarono settecentomila, perchè è noto che quelli di sinistra sono degli “appiccicosi” e perchè erano piene anche le strade vicine, ma forse la casa delle libertà “libera” anche la portata delle piazze
per fortuna: un punto di disaccordo era indispensabile
Sandro Pertini
ricevo e posto QUI l’audio di un brano da un discorso del Presidente Pertini quanto mai attuale, anche se mi mancano purtroppo sia il riferimento temporale che l’occasione in cui è stato pronunciato
un grazie al mittente
ricordo la sua elezione: il mio capo di allora, che vi aveva preso parte da deputato, mi raccontò il commento di Craxi, colto in “diretta”
«Vabbè, la prossima volta eleggeremo un socialista»
non credo Pertini si sia mai, neppure per un minuto, considerato un “socialista alla Craxi”: la distinzione non può essergli dispiaciuta
ISTAT
il ministro Marzano ieri ha difeso la “neutralità” dell’Istat contro le associazioni dei consumatori che mettono in dubbio il dato sull’inflazione, ferma al 2,2% secondo l’istituto di statistica
e adesso che dirà il Foglio? o l’Istat è neutrale solo quando calcola una bassa inflazione e NON quando fa le “bucce” ai conti pubblici?
liberismo
«resistete» al liberismo: l’ha detto testualmente ieri il papa da Cracovia
il Tg2 ha pensato bene di censurare questo autorevole intervento, citando solo le sue parole contro le manipolazioni genetiche
avete notato che gli sperticati elogi al liberismo dei nostri governanti da un po’ scarseggiano? che la parola stessa pare scomparsa dal loro vocabolario, dopo essere stata la bandiera della campagna elettorale? forse sarà perchè oramai anche molti economisti e politologi occidentali cominciano a sollevare dubbi, non sulla sua “eticità”, ma sulla sua efficacia? attendiamo fiduciosi una ennesima inversione a U del nostro B., così anche i Tg potranno cominciare a citare le opinioni critiche sull’argomento, papa compreso
[melba si prende una piccola pausa]
numeri e politica
sarà quest’estate balorda e la mia meteoropatia, ma da alcuni giorni butto un’occhio anche all’edizione online del Foglio, il quale pare aver mutuato la nuova immagine del suo direttore Ferrara e cioè toni bassi e pensosi nei quali è più facile infilare bugie e insinuazioni, come in quell’editoriale “equilibratissimo” per La7 sulla giustizia durante il quale, fra in colpo al cerchio e uno alla botte, è riuscito a definire l’attuale un “governo di centro-destra” e il precedente un “governo di sinistra”
in questo giorni l’argomento principe è l’economia: di ieri ho detto, oggi punta un educatissimo indice sull’ISTAT, che essendo l’istituto nazionale di statistica e facendo il suo mestiere ci dà le cifre esatte su tutto compresa l’economia e lo fa sempre “a consuntivo” escludendo qualsiasi componente valutativa ed aleatoria, e educatissimamente insinua che dietro i suoi “numeri” si nasconda una volontà politica contraria al governo, e insieme sostiene il lapalissiano diritto del ministro dell’economia a fare la propria politica
certo, il Fenomeno può governare anche contro i numeri, ma è inutile “addomesticare” anche l’ISTAT, quando i conti non torneranno ci basterà frugarci nel portafogli per capire
pro domo sua
il Foglio cerca di “fare due conti” sul dissesto della finanza pubblica e sulle responsabilità dell’attuale situazione economica, con una curiosa impostazione:
– inonda di dati e cifre sul deficit ereditato dal precedente governo, il famoso “bvuco”, spacciando per fatti le catastrofiche previsioni dell’epoca (quelle della lavagna, per intenderci) di Tvemonti, previsioni smentite dal consuntivo del 2001: basti ricordare che il nuovo governo non dovette fare nessuna manovra correttiva
– cita richiami “ufficiali” al governo di centro-sinistra, però riesce solo a trovare quelli di Fazio; chissà perchè all’epoca ne BCE, ne FMI, ne altri organismi internazionali e neppure quelli nazionali, con la disinteressata eccezione della Banca d’Italia, parevano minimamente preoccupati per la situazione italiana
– infine fa “le bucce” agli altri paesi europei, cercando di accreditare la tesi che “stanno peggio” di noi, tesi che solo un giornale che dall’estero nessuno legge può permettersi di ventilare
europeisti
un po’ tutti i ministri, in queste ore, chiedono a gran voce la revisione del patto di stabilità UE, revisione che consentirebbe di aumentare il rapporto deficit/pil rispetto a quanto fin’ora previsto
è anche un modo, fra l’altro, per incolpare il patto dei guai nostrani e non doversi assumere responsabilità
tutti però tacciono sul fatto che il nostro deficit è praticamente doppio di quello degli altri paesi europei e che proprio la posizione, già border line, dell’Italia contribuisce in buona misura all’atteggiamento restrittivo della Commissione Europea
il Nobel Modigliani, per altro contrario metodologicamente al patto di stabilità, dell’Italia dice:
«Tutta l’Europa non va bene ma voi andate peggio, e il governo ha gravi responsabilità»
ricordate tutte le dichiarazioni di “totale rispetto degli impegni europei” e di “continuità nella politica europea” del premier e del suo minstro dell’economia?
coerenza
il governatore del Lazio, Storace, a proposito del ventilato decentramento delle produzioni Rai, ha definito il presidente Baldassarre “squadrista” e affermato che usa “metodi fascisti”
forse erano complimenti
Mi hanno chiesto che ne pensavo del futuro dell’economia. Risponde Ruffolo su Repubblica del 12 agosto (pag.12)