Inizio 1944, partendo per i monti, Brigata Garibaldi. Una lettera, una storia di famiglia:

Caro ____,

Prima di partire lascio questa a tua sorella da consegnarti quando lei crederà opportuno. Non so nulla ancora di positivo perché potrebbe essere un falso allarme, ma se per avventura fosse reale il mio dubbio questa mia serve a chiarire tutto. Tua sorella attende un bimbo, e tu dirai che non ci voleva, ma a male fatto occorre porre il rimedio necessario. Per conto mio non ho rimpianti, a lei voglio bene, e sono più che felice di farne la mia compagna. Per tanto dal momento in cui tu leggerai questa mia puoi considerarla mia moglie. Nessun rimprovero che non vorrei che un dispiacere non arrecasse danno alla sua salute, che in questo periodo deve essere completamente a posto. Pensa tu a parlare ai suoi di casa, cerca insomma di evitarle delle umiliazioni che non necessita per nulla.

Se per qualche tempo io non fossi ricercato e quindi fosse possibile la mia venuta preoccupati di farmi trovare tutto pronto per il matrimonio civile, che i miei a loro volta avvertiti penseranno per me.

Se infine io non dovessi più tornare questa mia lettera conto serva per un avvenire, certo come la mia fede me lo attesta, a procurarle quei diritti che ha ogni donna che ha perduto un marito, cioè che sarà riconosciuto in mio figlio ciò che ho fatto per lui e per la causa comune.

Mi dirai che non è molto, poiché è sempre poco, ma tuttavia la mia vita spero che basti a riscattarlo dal nome di bastardo.

Non credere che io parta a malincuore, che no, ma è una preoccupazione che lascia le sue tracce e che mi fa prevedere anche il peggio,

Conto su di te per tutto e se tu non ci fossi su tuo fratello

Messaggio agli archeologi eventualmente di passaggio

L’antico e defunto blog salvato qui in versione WordPress non è ovviamente quello originale. Dubito perfino che esistesse, wordpress, quando smisi di aggiornarlo.

Per chi fosse minimamente interessato – e chissà mai perché – a vederlo in “template e piume” originali, qui il salvataggio che ne realizzai a suo tempo al primitivo indirizzo blogspot. Siete avvisati: i link e molte immagini non ci sono o non funzionano più, là, e forse nemmeno qua 😉

ringraziamenti

per anni ho ricevuto ogni mattina, e presto perché Alberto evidentemente é mattiniero anche più di me, la meravigliosa Rassegna Stampa quotidiana che preparava, ospitato sulle pagine web della federazione ds di milano, per anni Alberto ha selezionato per gli iscritti alla sua newsletter gli articoli più interessanti, di politica ed economia soprattutto, dai principali quotidiani italiani, per anni il suo lavoro ha significato per me, e immagino per molti altri, il modo migliore, meno dispersivo e più proficuo, di restare informata
il 30 giugno ci ha inviato la sua ultima newsletter, ne sono dispiaciuta e me ne sento orfana, ma soprattutto gli sono grata per questi molti anni di lavoro volontario

grazie Alberto

smodato

ecco cos’è diventato questo paese: smodato, e la colpa non è nemmeno (tutta) del banana, conviene ammettere ora che non è più il deus ex machina
leggo da Repubblica: “I tassisti sono disperati”, parola di uno dei loro rappresentanti di categoria
i taxisti, sia detto francamente, non sono il nemico, né tantomeno i paperon de’ paperoni della società italiana, ma proprio per questo, e per il particolare ruolo che svolgono, sempre sulla strada, dovrebbero sapere meglio di altri che la disperazione, che è reale e che esiste intorno a noi, non è la loro condizione oggi, né lo sarà domani col decreto bersani

forse con la smodatezza pensano di vincere, forse vinceranno, altri meglio e più di loro, e anche con minore ragione, hanno vinto battaglie ben più grandi proprio con la smodatezza, ma le hanno anche perse e nell’uno e nell’altro caso questo paese si è imbarbarito: sperare che il senso delle proporzioni, e magari insieme anche quello del ridicolo, resuscitino fra noi, fra tutti noi, mi pare l’utile auspicio di oggi

sconsolata

donne nei luoghi della politica che contano, in Italia, ce ne sono pochine, e magari sono pure quelle sbagliate: tanto poi non le ascoltano
vien da dire per fortuna, nel caso specifico, ma non è una consolazione

a via tomacelli hanno un problema

[Il Manifesto]

«Emergenza manifesto»: trentacinque anni di vita spericolata precipitano in una crisi finanziaria che mette a rischio l’esistenza del giornale. Oggi la notizia siamo noi. Inizia una campagna per la libertà di stampa, per la difesa di un bene comune della sinistra. Il nostro numero «verde» è 06-68719888