[rubata a ElleKappa e Repubblica]
La7
meriterebbe sicuramente una proprietà diversa, ma nonostante i tagli e le restrizione loro continuano a provarci: volevano (ma la Rai ha oscurato il segnale) trasmettere la diretta del dibattito al Senato sul Cirami, trasmetteranno la diretta del 14 settembre (alla Rai è stato chiesto: nessuno ha ancora risposto), in questi giorni di preparazione alla guerra hanno trasmesso uno sceneggiato sulla Sindrome del Golfo, il film “La battaglia di Algeri”
andrebbero premiati con un po’ di audience
[legittimo sospetto giorno per giorno]
nonostante non sia stata deliberata dalla Camera alcuna procedura d’urgenza, i presidenti di commissione, Pecorella e Bruno, decidono la contrazione dei tempi degli interventi da 30 a 10 minuti e fissano la prima votazione per venerdì 13
telenovela
come tale era definita dai gr rai stamattina la vicenda delle dichiarazioni di Padoa Schioppa sulla scarsa credibilità dell’Italia e dei suoi conti pubblici in Europa: fatte “a porte chiuse”, uscite comunque sui media, corredate in serata da “interpretazione autentica” dalla BCE, secondo la quale le parole del vice-presidente non sono da considerarsi rivolte “nè a questo nè ai precedenti governi”, ma rappresentano una valutazione storica e un auspicio per il futuro
la definizione è senz’altro calzante: stamattina infatti B., con triplo salto carpiato in perfetto stile telenovela, dichiara con sicumera che le critiche sono da ascrivere in toto al precedente governo (come il bvuco)
ci si chiede, dato che più di un anno è già passato: da quando questo governo intende assumersi qualche responsabilità in proprio?
dittatura liberale
il blog di Sabelli Fioretti pubblica un intervento di Marco Tarchi, esponente della cosiddetta “Nuova destra” che si rifa al pensiero di Alain De Benoist, da non perdere
i benefici dell’euro
anzichè lamentarsi, come quasi quotidianamente fa, dell’Europa e dei suoi vincoli, Tvemonti dovrebbe ringraziare: solo una manovra da 20.000.000.000 [di euro] si può definire “di rigore e di sviluppo”, di una da 40.000.000.000.000 [di lire] si direbbe subito, e correttamente, che è una “stangata”
telekabul
e a proposito di guerra: il Tg3 di ieri sera, unico, ha dato notizia che l’Agenzia per l’Energia Atomica ha ieri ufficialmente smentito di aver lanciato allarmi sull’Iraq, come dichiarato da Bush a sostegno della tesi americana secondo la quale l’Iraq sarà tra sei mesi in possesso dell’arma atomica, dichiarando al contrario di non avere alcuna evidenza che sforzi in tal senso siano stati svolti e risultati conseguiti
il dovere di scegliere
in un articolo sulla Stampa di oggi, in chiusura, Angelo d’Orsi afferma: «Andiamo pure in piazza, insomma, ma, quand’è il momento, non disertiamo le urne.»
ricordo un articolo di Vittorio Zucconi su Repubblica di poco successivo all’elezione di George W. Bush, quando, come primo atto della sua amministrazione, cancellò la promessa di Clinton di ratifica del trattato di Kioto. Zucconi faceva notare come le “piccolissime differenze” fra i candidati che si potevano cogliere a stento durante la campagna elettorale, quelle apparentemente così irrilevanti da far pensare alla metà degli elettori USA che non valesse la pena scegliere e votare, divengano immediatamente dopo le elezioni delle “grandi differenze”, tali da segnare la storia di una nazione e, nel caso specifico, del pianeta
come non pensare, con un’equazione un po’ azzardata e semplicistica, ma non infondata, che gli atteggiamenti degli USA su questioni come Kioto e la globalizzazione, la loro autistica volontà di continuare a sperperare le risorse di un intero pianeta a proprio quasi esclusivo beneficio lanciando le briciole di una carità pelosa ai paesi poveri, non lascino poi sul terreno altra soluzione ai conflitti inevitabili che non la guerra? e che la guerra, lungi dall’essere difensiva come si cerca di dipingerla, sia invece la preventiva dimostrazione di potenza necessaria a perpetuare tale iniquo assetto mondiale?
quanto poi le parole di d’Orsi siano di monito agli “orfani” della sinistra è quasi inutile far ancora pesare: il governo B. sta facendo del suo meglio per scolpirlo a fuoco nelle menti di tutti
riepilogando
stavolta sono stata fuori solo 6 giorni, ma pare siano bastati per:
– un consiglio dei ministri tranquillizzante sull’economia, seguito ad appena 2 giorni dall’allarme sui conti pubblici lanciato dal Tesoro (ma a Tvemonti non l’avevano detto?), seguito, sorpresa!!, da un concordato fiscale che il governo presenta come tale, ma con l’incarico alla maggioranza (rispetto delle prerogative del Parlamento?) di trasformarlo in aula in condono tombale e dalle solite manovrette una tantum, provvedimenti tutti benedetti oggi dal governatore Fazio, redivivo dopo lungo silenzio e al quale vorrei lanciare un appello: Fazio, dì qualcosa, anche di destra, che non sappia di piaggeria
– la cdl, scoperto che il Cirami così com’è non ha possibilità di ottenere la firma di Ciampi (ma bendetti loro, non potevano immaginarselo? o “chiedere” prima?) cerca ora di farsi cavare le castagne dal fuoco dagli emendamenti dell’opposizione (ottica bipartisan in salsa B.), tentativo nel quale, si spera, il centro-sinistra non cadrà
– il ministro(?) Gasparri ha partorito una legge di riassetto delle Tv che legittima la permanenza di Rete4, con buona pace della Corte Costituzionale e permette ai proprietari di TV, quindi in realtà a uno solo, di acquistare giornali (B. ha risolto da par suo il conflitto di interessi abbandonando il consiglio prima dell’approvazione): i maligni sussurrano che gliel’abbia scritta B. in persona per motivi di bottega, mentre la lapalissiana verità è che, certo, gliel’hanno scritta, ma solo per motivi di rispetto di grammatica e sintassi
e per finire: saremo tanti a Roma il 14 settembre, talmente tanti che Piazza del Popolo non basta, si va a Piazza San Giovanni, e pazienza se D’Alema ci scomunica
Perpetual War for Perpetual Peace: How We Got to Be so Hated e’ il titolo dell’ultimo libro di gore vidal, una raccolta di saggi imperniata su cause conseguenze e riflessioni sull’11 settembre.
in un’intervista rilasciata al los angeles weekly e riportata dal corriere, alla domanda «Secondo lei gli Stati Uniti dovrebbero prendere armi e bagagli e tornarsene a casa da tutto il pianeta?» la risposta di vidal e’: «Sì, senza eccezione alcuna. Noi non siamo i poliziotti del mondo. Non riusciamo nemmeno a mantenere il controllo negli Stati Uniti, salvo per rubare denaro alla gente e in generale provocare distruzione. Nella maggior parte del Paese la polizia è vista abbastanza spesso, e giustamente, come il nemico. Credo che sia il momento di mandare in pensione l’impero – non sta facendo del bene a nessuno. Ci è costato cifre incalcolabili, e questo mi fa pensare che sia destinato a crollare da solo perché alla fine non saranno rimasti abbastanza soldi per farlo funzionare».
consigliata la lettura dell’intera intervista > qui <