blogage e dintorni
ero ben decisa a non parlarne, così come già con la fuffa, poi la lettura di questa selezione di commenti, ma soprattutto di quelli di Zu, di Squonk e di falso idillio, (quasi) tutti pervasi da un certo stupefatto entusiasmo per l’incontro reale fra persone conosciute solo in virtuale, ha riportato alla mente molti ricordi, e in particolare il primo, questo, che pubblico per gentile concessione dell’autrice
quando? era il 5 aprile … del 1997 e con quasi tutte le persone nominate sono acora in contatto, con qualcuna in modo molto ravvicinato, caro Marco Palombi che sostieni, secondo gionnipeppe, “Diciamocelo, Internet ha fallito nel suo intento di far comunicare le persone”
Ognuno sta solo
sul cuore della terratrafitto
da un raggio di lasered è subito siria
(Bucchi, Repubblica, 12 aprile 2003)
pps
non che in campo avverso ci fosse di che consolarsi: Diliberto si è esibito nel classico pezzo ‘Cuba è una dittatura, però gli ospedali funzionano’
forse, purtroppo funzionano anche questo e questo, ‘compagno’ Diliberto
L’Amaca di Michele Serra (Repubblica)
Non sappiamo un granchè dei dissidenti cubani condannati pochi giorni fa a qualche decennio di galera, se non che sono dissidenti, sono cubani e sono in galera. E’ quanto dovrebbe bastare, direi, almeno per una mini-mobilitazione di una sinistra distratta e (anche qui) masochista, che non riesce a cogliere il nesso tra la propria autorevolezza in tema di diritti e la capacità di esercitarla senza omissioni “di parte”. L’argomentazione – forte – del superiore livello di scuole e ospedali cubani, rispetto al disgustoso classismo della quasi totalità dell’America Latina, non regge più, se mai abbia retto. Perchè il prezzo non può essere – mai – la libertà di espressione, di movimento e di dissenso politico.
Curiosamente, il realismo un po’ cinico con il quale un pezzo della (vecchia) sinistra oppone al difetto di democrazia a Cuba l’abbondanza di servizi sociali, è speculare a quello della destra di mercato quando alza le spalle di fronte all’indecente scempio di diritti sindacali e anche umani che il “progresso” economico introduce nel terzo mondo. Qui l’argomento è: d’accordo, sfruttano il lavoro dei bambini, però almeno gira qualche dollaro in più… Ognuno è disposto a chiudere un occhio quando i “suoi” usano mezzi sporchi per un fine ritenuto lodevole. Ma mezzi sporchi, ormai è stradimostrato, sporcano anche il fine. E offuscano le coscienze.
ps
a proposito, Giuliano Ferrara ha anche autorevolmente accreditato la mia teoria fantapolitica di ieri: nelle sue parole i veri sconfitti di questa guerra sono i pacifisti, Francia, Germania, Russia, e l’ONU, altro che Saddam
chissene frega di Saddam, dopo tutto
grazie
si sa, noi di sinistra coltiviamo il dubbio, e così è ben pensabile che molti, io certamente, si siano interrogati sulla scelta di partecipare o meno alla manifestazione pacifista di oggi, ma chiunque abbia per ventura assistito a Excalibur ieri sera, alla tronfia spocchia di Ferrara, che dopo i troppi giorni sottotono causa le non ottime performance iniziali dei ‘suoi’ aveva bisogno di sfogarsi, ai soliti vaneggiamenti del solito don Gianni, e al Giovanardi emulo di Vito, suoi unici argomenti, buoni per tutte le occasioni, la guerra nel Kossovo e i regimi comunisti, è uscito dall’esperienza con l’incontenibile voglia di partecipare, non foss’altro che per migliorare la compagnia
noterella: Socci è senese, a Siena tutti parlano in bellissimo italiano, non solo corretto, ma anche ricco di vocaboli e fedele alle costruzioni complesse e ‘letterarie’ che sarebbero proprie della nostra lingua, tutti … meno Socci
[cronache di bananas]
il cda Rai, presieduto dalla ‘sinistra’ Annunziata, ha approvato all’unanimita’ una delibera secondo cui la diretta televisiva delle manifestazioni viene concessa esclusivamente per seguire momenti istituzionali e grandi avvenimenti di cronaca, telecamere spente invece per tutte le manifestazioni di significato politico, a cominciare da quella pacifista che si terrà sabato a Roma, per “rispettare l’obbligo di dar conto della pluralità di punti di vista, nel contraddittorio fra tesi diverse”
intanto Tg1, Tg2 e perfino Tg3 di oggi ignorano la notizia che per la Commissione Europea “la nuova legge italiana sul falso in bilancio è in contrasto con le norme comunitarie e i giudici non possono applicarla” e che, per la prima volta nella sua storia, invita i magistrati a “disapplicare” una legge dello Stato
ciò nonostante le cronache della ‘guerra finita’, per quanto drammatiche, non occupino ormai più di un terzo degli spazi informativi, e ci sia tempo per occuparsi dei vini italiani (meritorio) e della programmazione serale Tv
una vera presidenza di garanzia … per il governo
fantapolitica
qualcuno ieri mi ha chiesto: “tu che sei una giallista, che fine pensi abbia fatto Saddam?”
e a me, che di trame gialle ne ho lette tante davvero e che una certa abilità nel loro disvelamento l’ho acquisita (mente criminale?), è riuscito per un po’ di astrarmi dall’orrore concreto delle ultime tre settimane per partorire un canovaccio fantapolitico; impossibile e inutile arguire ‘dove’ si trovi il dittatore, per questo bastano e avanzano le numerose teorie partorite da fertilissime menti giornalistiche e spionistiche, mi è parso più interessante fantasticare sul ‘come’ e sul ‘quando’, e su ciò gli indizi ‘gialli’ disseminati sono inequivocabili: Saddam, dovunque sia, c’è con l’accordo degli USA, un accordo stretto prima ancora dello scoppio della prima bomba, lo dimostrano la scarsa o nulla comparsa e resistenza dei famosissimi ‘corpi scelti’ del dittatore, il mancato utilizzo anche di un solo aereo iraqeno, la scelta di non usare armi chimiche e di non attaccare, nell’impossibilità di fronteggiare con qualche efficacia l’esercito USA, i molto più deboli e vulnerabili paesi limitrofi (eventi tutti verificatisi durante Desert Storm), lo giustificano i convergenti interessi degli USA di fare una guerra guerreggiata e di avere una vittoria piena non solo sull’Iraq ma anche e soprattutto verso e contro tutti coloro che vi si sono opposti, stati, organizzazioni internazionali e opinioni pubbliche, e di averla però al minor prezzo possibile di vite umane USA e ‘danni collaterali’ iraqeni (la ‘guerra buona’), e del dittatore di assicurarsi sopravvivenza e possibilmente mezzi economici
naturalmente è tutto falso, è fantapolitica, è il possibile copione di un film hollywoodiano: è già sufficientemente preoccupante che sia verosimile
visti da lontano, Adriano Sofri per Repubblica 8 aprile 2003
Le scarpe dei tiranni
Scarpe, dall’inizio alla fine. Scarponi di marines caduti, deposti alla base della croce, e l’elmetto in cima, a metà fra simulacri pietosamente ricomposti e miti spaventapasseri. Il primo piano di una scarpaccia spaiata di combattente iracheno, slabbrata ma fiera sul deserto, monumento al milite ignoto. Un sandaletto di bambino. Pantofole appaiate del raìs nel pied-a-terre con lo sciacquone d’oro.
Ma una guerra finisce davvero quando vengono abbattute le statue del tiranno. Una enigmatica legge della statica fa sì che le statue dei tiranni si spezzino appena sotto il ginocchio, lasciandone in piedi gli stivaloni. Ci sono ortopedici di detronizzazioni capaci di rifinire l’atterramento, in modo da riutilizzare gli stivali dell’uscente per la statua del tiranno entrante. I tiranni hanno lo stesso numero di piede.
sono contenta che questa brutta guerra sia finita, o meglio lo sarò quando finirà davvero. senza sè e senza ma. e sperando che la politica possa demolire d’ora in poi anche gli stivali.
ore 3:35 – è guerra
naturalmente l’attacco è ‘chirurgico’, parola dei comandi militari
naturalmente l’attacco ‘potrà durare più del previsto’, parola di George dabliu