fantapolitica

qualcuno ieri mi ha chiesto: “tu che sei una giallista, che fine pensi abbia fatto Saddam?”

e a me, che di trame gialle ne ho lette tante davvero e che una certa abilità nel loro disvelamento l’ho acquisita (mente criminale?), è riuscito per un po’ di astrarmi dall’orrore concreto delle ultime tre settimane per partorire un canovaccio fantapolitico; impossibile e inutile arguire ‘dove’ si trovi il dittatore, per questo bastano e avanzano le numerose teorie partorite da fertilissime menti giornalistiche e spionistiche, mi è parso più interessante fantasticare sul ‘come’ e sul ‘quando’, e su ciò gli indizi ‘gialli’ disseminati sono inequivocabili: Saddam, dovunque sia, c’è con l’accordo degli USA, un accordo stretto prima ancora dello scoppio della prima bomba, lo dimostrano la scarsa o nulla comparsa e resistenza dei famosissimi ‘corpi scelti’ del dittatore, il mancato utilizzo anche di un solo aereo iraqeno, la scelta di non usare armi chimiche e di non attaccare, nell’impossibilità di fronteggiare con qualche efficacia l’esercito USA, i molto più deboli e vulnerabili paesi limitrofi (eventi tutti verificatisi durante Desert Storm), lo giustificano i convergenti interessi degli USA di fare una guerra guerreggiata e di avere una vittoria piena non solo sull’Iraq ma anche e soprattutto verso e contro tutti coloro che vi si sono opposti, stati, organizzazioni internazionali e opinioni pubbliche, e di averla però al minor prezzo possibile di vite umane USA e ‘danni collaterali’ iraqeni (la ‘guerra buona’), e del dittatore di assicurarsi sopravvivenza e possibilmente mezzi economici

naturalmente è tutto falso, è fantapolitica, è il possibile copione di un film hollywoodiano: è già sufficientemente preoccupante che sia verosimile