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non che in campo avverso ci fosse di che consolarsi: Diliberto si è esibito nel classico pezzo ‘Cuba è una dittatura, però gli ospedali funzionano’

forse, purtroppo funzionano anche questo e questo, ‘compagno’ Diliberto

L’Amaca di Michele Serra (Repubblica)

Non sappiamo un granchè dei dissidenti cubani condannati pochi giorni fa a qualche decennio di galera, se non che sono dissidenti, sono cubani e sono in galera. E’ quanto dovrebbe bastare, direi, almeno per una mini-mobilitazione di una sinistra distratta e (anche qui) masochista, che non riesce a cogliere il nesso tra la propria autorevolezza in tema di diritti e la capacità di esercitarla senza omissioni “di parte”. L’argomentazione – forte – del superiore livello di scuole e ospedali cubani, rispetto al disgustoso classismo della quasi totalità dell’America Latina, non regge più, se mai abbia retto. Perchè il prezzo non può essere – mai – la libertà di espressione, di movimento e di dissenso politico.

Curiosamente, il realismo un po’ cinico con il quale un pezzo della (vecchia) sinistra oppone al difetto di democrazia a Cuba l’abbondanza di servizi sociali, è speculare a quello della destra di mercato quando alza le spalle di fronte all’indecente scempio di diritti sindacali e anche umani che il “progresso” economico introduce nel terzo mondo. Qui l’argomento è: d’accordo, sfruttano il lavoro dei bambini, però almeno gira qualche dollaro in più… Ognuno è disposto a chiudere un occhio quando i “suoi” usano mezzi sporchi per un fine ritenuto lodevole. Ma mezzi sporchi, ormai è stradimostrato, sporcano anche il fine. E offuscano le coscienze.