[in partenza per Roma, auguro uno splendido 14 settembre a tutti e lascio questo pezzo con l’avvertenza che l’autore è un “pericoloso comunista”]
Stabilito dalle migliori teste pensanti liberali che la “piazza” è un brutto posto per fare politica, il Cavaliere ne ha subito trovato uno alternativo: la casa.
O meglio, secondo le sue illimitate possibilità, le case.
In quella romana di via del Plebiscito (mai toponomastica fu più appropriata), con tanto di emiciclo mignon tipo Gardaland, si è riunito di recente il primo Consiglio dei Ministri post vacanziero.
In quella sarda di Porto Rotondo si è riunito il vertice del cosiddetto Partito Popolare Europeo (e in ossequio al popolarismo sturziano e degasperiano Berlusconi ha regalato agli ospiti e rispettive signore orologi in titanio da 5.000 euro ciascuno).
Nelle stesse ore, nella residenza milanese di via Rovani, che ospita anche uffici della Fininvest, si ritrovavano per un simpatico vertice sulla giustizia i protagonisti di “Officina”, la palestra dei giuristi forzisti fondata da Aldo Brancher, sottosegretario alle riforme nonché ex galeotto condannato in appello per finanziamento illecito e falso in bilancio.
C’era anche, oltre ad alcuni avvocati del Premier, il cosiddetto Ministro della Giustizia Roberto Castelli, venuto a prendere le ultime ripetizioni in vista degli esami di settembre.
Il clima, in questi simposi, è sempre festoso, ridanciano, familiare.
Scherzi, battute, pacche sulle spalle, qualche cornetto qua e là.
Anziché grigi funzionari, ad accogliere gli ospiti si presentano maggiordomi in livrea e, talvolta, direttori di telegiornale in livrea.
In attesa della privatizzazione della RAI e delle altre aziende pubbliche, il cavaliere ha pensato di privatizzare la politica e la giustizia.
I giudici, con il legittimo sospetto, se li porta da casa.
E la politica se la fa in casa.
Così Tremonti, con la Patrimonio S.p.A., potrà finalmente alienare antici e prestigiosi edifici come palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama. Ormai obsoleti.
Marco Travaglio