numeri e politica
sarà quest’estate balorda e la mia meteoropatia, ma da alcuni giorni butto un’occhio anche all’edizione online del Foglio, il quale pare aver mutuato la nuova immagine del suo direttore Ferrara e cioè toni bassi e pensosi nei quali è più facile infilare bugie e insinuazioni, come in quell’editoriale “equilibratissimo” per La7 sulla giustizia durante il quale, fra in colpo al cerchio e uno alla botte, è riuscito a definire l’attuale un “governo di centro-destra” e il precedente un “governo di sinistra”
in questo giorni l’argomento principe è l’economia: di ieri ho detto, oggi punta un educatissimo indice sull’ISTAT, che essendo l’istituto nazionale di statistica e facendo il suo mestiere ci dà le cifre esatte su tutto compresa l’economia e lo fa sempre “a consuntivo” escludendo qualsiasi componente valutativa ed aleatoria, e educatissimamente insinua che dietro i suoi “numeri” si nasconda una volontà politica contraria al governo, e insieme sostiene il lapalissiano diritto del ministro dell’economia a fare la propria politica
certo, il Fenomeno può governare anche contro i numeri, ma è inutile “addomesticare” anche l’ISTAT, quando i conti non torneranno ci basterà frugarci nel portafogli per capire