presidenzialismo e altre stronzate

sulle dichiarazioni di B. a proposito del presidenzialismo, nelle quali dice fra l’altro di preferire quello francese e di invidiare Blair, Sebastiano Messina su Repubblica di carta: “E già ci viene freddo a immaginare quello che verrà fuori da questa insalata istituzionale, preparata da uno che credeva nel maggioritario e si è convertito al proporzionale, ha firmato per l’uninominale inglese, ha lodato il modello tedesco e ora vorrebbe copiare il sistema francese: cioè quello dove comanda Blair e il cancelliere non è eletto dalle Cortes, ma si insedia direttamente alla Casa Bianca con la sfiducia costruttiva della Duma (salvo revoca da parte dell’imperatore, o dei tre quinti del Bundestag).”

mentre trascrivo queste poche righe, scopro che Repubblica online segnala una nuova dichiarazione a proposito dei cassintegrati FIAT per definire la quale mi mancano gli aggettivi: “I volenterosi troveranno un secondo lavoro non ufficiale”

sullo ‘stato mentale’ del premier, consiglio di seguire stasera lo speciale di ‘L’Infedele’ su La7 (il consiglio si estende anche ai suoi familiari, probabilmente preoccupati)

E’ MORTO CAPONNETTO

io lo conoscevo come tutti, dalle sue dichiarazioni, e come molti lo stimavo e, dopo le lacrime per Falcone, un po’ lo amavo, forse per questo le parole di Claudio mi hanno commosso:

E’ MORTO CAPONNETTO

Ed io non ho parole. Quando muore una persona come lui, io mi dico sempre: “Dovevo andarlo a trovare, dovevo telefonargli, lo sapevo che non stava bene, non è giusto, sono un pirla”. Sono un pirla. L’ultima volta che l’ho visto era in giro come al solito per scuole, a predicare legalità. Nino era un santo laico. Quando mi hanno detto che era morto ero al dibattito con Santoro e Di Pietro a Trento su informazione e censura. Me lo ha detto Santoro e mi è preso un colpo. Poi subito dopo mi sono detto che dobbiamo continuare a fare così, a girare, a parlare con la gente, a spiegare perché la legalità è importante. Se lo faceva Nino che era vecchio e malandato lo dobbiamo fare noi. Per adesso non mi rimane che rimandarvi sui Documenti dove ho pubblicato l’intervista che gli feci una sera in un paese del Veneto, Martellago mi sembra, dove era andato per una conferenza, e il giorno dopo aveva una scuola e il giorno dopo un’altra scuola ancora. Non faceva altro e sono sicuro che anche adesso sta facendo la stessa cosa, sta convincendo tutti gli abitanti dell’aldilà che la legalità è indispensabile
.



ieri il nostro piccolo esperimento di auditel-fai-da-te ha avuto la segnalazione di Dagospia e i partecipanti sono schizzati a 524, dai circa 200 sui quali si era attestato

i nuovi partecipanti condividono coi vecchi la passione per l’informazione, danno infatti un più che lusinghiero primo posto ad Excalibur, che l’Auditel come sempre sistema invece in coda, ma con una particolarità significativa: il gradimento raddoppia

che i lettori di Dagospia siano di destra?

destinati a perdere?

leggo sul blog di Claudio Sabelli Fioretti questo messaggio:

TROPPO ULIVISTI PER L’ULIVO, da Manuela Faccani, Ravenna

Sabato 30 novembre, all’Assemblea dei Comitati per l’Ulivo, arrivati a Roma da tutta Italia – per metà sott’acqua – Francesco Rutelli afferma: “Siete un raggio di sole”.

Mercoledì 4 dicembre, SUEZ (acronimo di Sezione Ulivo Extra Zone) – il primo Comitato per l’Ulivo online – viene sfrattata dal “sito ufficiale dell’Ulivo”, da dove fa iniziativa politica da un anno esatto

SUEZ è poca cosa: 40 persone, circa, unite da un’idea di Ulivo che superi i partiti che lo compongono, per farsi soggetto politico unitario e fondato su regole democratiche di partecipazione. Non varrebbe nemmeno la pena di parlarne, non fosse paradigma di quanto l’Ulivo “ufficiale” dei partiti, mal tolleri l’Ulivo selvatico che germoglia inopinatamente nella società, al di fuori del controllo delle gerarchie, rivendicando autonomia di pensiero, spirito critico, intransigenza morale.

Così, con atto unilaterale, si tenta di spegnere un raggio di sole.

SUEZ naturalmente continuerà a vivere e crescere, in altri luoghi del web, affondando radici selvatiche nella società civile, e aprendo canali di comunicazione con comitati, movimenti, girotondi…

Continuerà ad insistere, a proposito e a sproposito, nel suo essere troppo ulivista, per l’Ulivo.

vado sul sito dell’Ulivo, trovo le pagine di Suez, ancora presenti ma mutilate, e il loro indirizzo e-mail, scrivo e ricevo a tambur battente conferma: è vero, è successo

Nanni, meglio continuare a dirlo che con questi dirigenti non vinceremo mai

• un po’ di commenti sul forum dell’Ulivo

domande

ma Pezzotta e Angeletti quando si stancheranno di essere trattati come zerbini, quando fanno accordi col governo che poi non vengono rispettati o sono dimenticati (vedi Patto per l’Italia, chi ne parla più?), e come minus habens ogni volta che rifiutano l’accordo e però tutta la ‘colpa’ è della CGIL?

[cronache di bananas]

• Pionati al Tg1, nell’arduo tentativo di dimostrare che il voto sulla devolution al senato è frutto della compattezza del governo e non dei ricatti di Bossi, dichiara (e mostra) come centristi e leghisti ‘contemporaneamente’ dicano cose diverse nelle interviste e però votino compatti

l’impresa si dimostra superiore alle sue forze: completamente mancando l’obiettivo, riesce però a renderci consapevoli che siamo governati da pirla

• sempre il Tg1, stretto nella bisogna di accreditare la ‘colpa’ della CGIL nella rottura della trattativa FIAT, rinvia all’indomani la notizia che i sindacati, tutti compresa l’UGL, respingono la proposta, notizia che tutti i Tg andati in onda prima hanno già dato

impagabili poi i ‘cartelli esplicativi’ della proposta governativa preparati da Sorgonà: vi si legge tutto quanto rende incomprensibile il rifiuto sindacale, naturalmente invece mancano le cifre, quanti in cassa integrazione, quanti in mobilità lunga, quanti rientreranno

certo la correttezza dell’informazione è un optional e Del Noce è sicuramente più interessato al bradipo

• a 8 e 1/2 si parla del famigerato opuscolo informativo sull’AIDS edito da ministruzione/minsalute: il povero Ferrara, difensore d’ufficio, riesce come sempre nella sua miglior performance, cioè portare gli argomenti indifendibili su un diverso terreno, non si parla quindi quasi più di AIDS e necessità ed efficacia della prevenzione, ma di sessualità e sentimenti

purtroppo la prima gli è palesemente estranea e coi secondi deve avere i suoi problemi, visto il tono oleografico che usa: per fortuna il pompiere Michele Serra si presta con buona grazia al salvataggio politically correct in extremis

• dulcis in fundo Excalibur: come sempre ne vedo pillole durante le interruzioni pubblicitarie e trovo un servizio, che mi pare lungo e nemmeno indecoroso, sull’Iraq, poi comincia il dibattito e, sorpresa, si parla di devolution ospite Bossi

anche la prima domanda di Socci è sui sentimenti, quelli del senatur, se cioè il primo voto sulla devolution ha per lui solo un significato politico o anche uno più profondo ed emotivo: cambio definitivamente canale

i prodighi consiglieri (o la mancanza di ospiti sufficienti) hanno convinto il conduttore a dilatare i tempi dei servizi e restringere quelli del dibattito, un passo avanti, forse quando gli avranno anche spiegato che si usa dibattere del servizio presentato anzichè d’altro anche Excalibur potrà diventare qualcosa di più di un giocattolo in mano a un bambino curioso

Fortebraccio

finisco oggi la pubblicazione di stralci dei corsivi per L’Unità di Mario Melloni, nato nel 1902 e morto nel 1989, “padre” di tutti i corsivisti politici e di un paio di generazioni di vignettisti e di autori di satira politica per Tv, teatro e cinema

li ho scelti più sulla base dell’attualità che della qualità (scelta impossibile) e nonostante i 30 anni passati anche di quella ne ho trovata parecchia; per chiudere una curiosità, il ‘nom de plume’ di Fortebraccio glielo trovò Maurizio Ferrara, padre di Giuliano, all’epoca direttore de L’Unità, e la sua autodefinizione

“Io sono un giornalista e non uno scrittore, un giornalista per élites: e infatti scrivo per i metalmeccanici”

[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1974

Questa facenda del ‘controllo’, lo diciamo en passant, ci affascina. Nati come siamo in tempi che possono dirsi preautomobilistici, cioè ferroviari, l’idea del controllo non riusciamo a dissociarla dall’immagine di chi passa a chiedere i biglietti, sicchè quando sentiamo dire, per esempio, che i Gava ‘controllano’ il Banco di Napoli, ci figuriamo che ogni tanto si presentino a forarlo. Succede così, diciamo in generale, che certe imprese, un bel giorno, si ritrovino tutte buchi e aria, come un gruviera.

ecco spiegati i casi Enron, WorldCom, Deutche Telecom e magari anche FIAT, da più di un secolo ‘controllata’ dagli Agnelli

super partes

sul delirio di onnipotenza, l’ennesimo, esibito ieri da B. non intendo commentare, essendo già stato tutto detto e scritto, ma vorrei soffermarmi su un aspetto che mi pare sia sfuggito a tutti (oppure a tutti sembri “normale”), e cioè che la “sparata” è avvenuta alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, presentazione che a giudicare dalle immagini B. presiedeva

alcuni giorni fa Furio Colombo, forse a 8 e 1/2, citava un certo “stile” americano per il quale i politici repubblicani e democratici non si mescolano mai nelle occasioni “sociali”, non si frequentano in privato, perchè l’opinione pubblica non possa avere il sospetto di accordi trasversali presi al di fuori delle sedi istituzionali

e vogliamo parlare dei giornalisti? nessuno mai si permetterebbe di essere anche solo “visto” con un politico se non per motivi di lavoro, ne andrebbe della propria credibilità, ve lo vedete Woodward che si fa presentare un libro da Gore?

idee chiare

ieri sera a Ballarò tanto il “governatore” Formigoni quanto il ministro La Loggia hanno dimostrato di avere le idee ben chiare sulle future “polizie locali” che nasceranno con l’approvazione della devolution bossiana

peccato siano altrettanto chiaramente diverse e antiteche fra loro