cronache di bananas

forse non e’ il momento giusto per parlare di “come” i Tg Raiset presentano la finanziaria prossima ventura, e pero’…

la manovra conterra’ tagli delle tasse e aumenti delle entrate del 3,5% [Tg2]

il possibile lo facciamo

per l’impossibile ci stiamo organizzando

ai miracoli pensa Siniscalco

ciao lib

Il cagnetto scorreggiatore di Libero a questa “campagna” aderisco ben volentieri, e se campagna non e’, allora la lancio io: un “cagnetto scorreggiatore di Libero” in ogni blog

falso continuo

Vittorio Zucconi: «La morte del reporter arabo (…) È stata soltanto l’ennesima testimonianza del falso continuo al quale siamo sottoposti da un’amministrazione americana condannata a mentire di fronte all’enormità della menzogna iniziale, se non vuole perdere il potere. Solo che questa volta, il falso è divenuto visibile, come il sangue di un uomo sull’obbiettivo di una telecamera.»

la meglio gioventu’

«…c’è un percorso da non sciupare, ed è quello della conoscenza degli altri. E’ un percorso non sempre divertente, una sete che può indifferentemente portare due dolci ragazze nell’inferno di Baghdad o un impaurito condomino d’occidente a mettere il naso nella piazza sotto casa. In questo senso piazza Vittorio, se in questi giorni vi capita di passarci, è davvero una bella piazza. A piazza Vittorio e dintorni si sta svolgendo questa manifestazione di contaminazioni e di accoglienza, che si chiama Enzimi. A piazza Vittorio ci sono dei magazzini di abbigliamento, dove poveri e immigrati (categorie in aumento, nonostante le rimozioni collettive) si vestono a poco prezzo. A piazza Vittorio è nata, e magari può capitare di incontrarla, la famosa Orchestra di Piazza Vittorio, quella composta da musicisti immigrati di ogni parte del mondo e di mille musiche, raccolte in un bel disco. Ed è sotto un palazzo tra i portici di piazza Vittorio che in tanti si ritrovano adesso: dove c’è la sede di “Un ponte per”, l’organizzazione umanitaria di cui facevano parte le due giovani Simone, rapite a Baghdad. Dalle finestre di “Un ponte per” (addobbate di bandiere arcobaleno) si spera, si lavora, si attendono notizie, si tiene duro. Domani sera ci si arriverà – in tanti – con una fiaccolata. Di nuovo una fiaccolata in strada, che tempi bui questi.»



Grazie, Ludik

Dalla sede di "Un Ponte Per…"

Il Comitato Fermiamo la Guerra nazionale ha lanciato una grande fiaccolata aperta ai tutti i cittadini romani e alle realta’ di movimento.

ROMA – OGGI, VENERDI’ 10 SETTEMBRE

Partenza P.zza VENEZIA – ore 18.00

Arrivo P.zza VITTORIO

Gli organizzatori hanno chiesto di portare le bandiere delle pace

Le iniziative in tutta Italia, QUI

Appello del Comitato Fermiamo la guerra e di "Un Ponte per…"

Noi, movimento italiano per la pace, fratelli e sorelle di Simona Pari e di Simona Torretta, operatrici di pace in Iraq, chiediamo alle persone che le detengono insieme ai due operatori iracheni, Ra’ad Ali’ Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, di liberarli subito. Vi chiediamo di considerare quanto danno state provocando alla causa della pace e a quella del popolo iracheno.

Come ha scritto l’Unione delle comunita’ islamiche in Italia, “testimoniate coscienza di un debito di riconoscenza nei confronti di coloro che hanno condiviso la sofferenza del popolo iracheno negli anni dell’embargo, che sono rimasti nel paese quando dal cielo piovevano le bombe, che non l’hanno abbandonato neanche in questi mesi orribili di confusione e violenza”.

Vi chiediamo di non spezzare il filo di solidarieta’ che, nonostante e contro l’embargo prima e la guerra poi, nonostante e contro le scelte del nostro governo, persone come le nostre sorelle hanno mantenuto tenacemente e coraggiosamente, ad esempio rifornendo di acqua la popolazione assediata di Falluja e Najaf.

“Un ponte per”, la loro Ong, insieme a centinaia di organizzazioni sociali e politiche del nostro paese, ha organizzato gigantesche manifestazioni a favore della pace e per il ritiro delle truppe straniere dall’Iraq, e ha cercato di non abbandonare gli iracheni all’arbitrio dell’occupazione militare.

In nome di questa lotta e della verita’, vi scongiuriamo: liberateli subito.

Al popolo iracheno e a tutti gli amanti della pace nel mondo, e in Italia, chiediamo di aiutarci nel tentativo di salvare la vita di Simona Pari, di Simona Torretta, di Ra’ad Ali’ Abdul-Aziz, di Mahnaz Bassam. Erano a Baghdad a nome di tutti noi. Nella loro prigione siamo anche noi, oggi.

La loro liberazione sarebbe uno spiraglio di luce nel buio della violenza. Ancora in queste ore, in molte citta’ irachene, la guerra miete vittime innocenti. Percio’ continuiamo a chiedere con fermezza che tacciano le armi, che termini l’occupazione.

Ogni forma di mobilitazione, di pressione, gli appelli e le fiaccolate, i messaggi ai rispettivi governi sono i mezzi di cui disponiamo, noi popolo della pace. Usiamoli tutti, adesso.

Al movimento italiano chiediamo di scendere in piazza, in ogni citta’, da subito, con i colori dell’arcobaleno e nel nome delle nostre sorelle e dei nostri fratelli sequestrati in Iraq.

Il Comitato italiano Fermiamo la guerra, organizzatore delle marce del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004

Un ponte per Baghdad