montecarlo
a proposito del caso parmalat, Massimo Giannini su Repubblica, fra l’altro, dipinge i risparmiatori come «l’eterno, disarmato parco buoi di Piazza Affari, ancora una volta sacrificato da un capitalismo disonesto e straccione sull’altare dei profitti in nero e dei conti miliardari nei paradisi fiscali»
il che è naturalmente vero, ma anche lapalissiano, a me lo diceva mio padre quando ancora la borsa era una cosa di cui nessuno parlava, gli operai non avevano nemmeno il conto in banca, figuriamici titoli pubblici o privati che fossero, il “parco buoi” erano i piccoli borghesi allora emergenti, e io ho continuato a pensarlo anche nei giorni della grande euforia di borsa, mai persuasa da quelle strane teorie, degne di moderni venditori di fontane di trevi, che i soldi di per sè possano fare soldi, vero albero del pane, che il mercato finanziario sia l’unica isola felice in cui se qualcuno guadagna non c’è nessuno che perde e via sproloquiando; e se non sei un signor nessuno, come me, non c’è da chiedersi chi perderà, sarai tu sicuramente prima o poi; sui grandi numeri le eccezioni confermano la regola, come si sa
e personalmento ho anche più di un dubbio che il problema sia il nostro capitalismo straccione: certo magari noi siamo un po’ più beceri e scoperti, ma se i paradisi fiscali esistono, se ne esiste uno, ad esempio, proprio nel paese maestro di capitalismo, il Delaware, vorrà pur dire qualcosa
quindi non ci rimane che mettere i nostri soldi nel mattone, se ne abbiamo a sufficienza, o sotto in caso contrario, e se proprio ci coglie la fregola di giocare, a montecarlo abbiamo le stesse probabilità, però ci si diverte parecchio di più