petali

l’ «Amaca» di Michele Serra dalla Repubblica di carta:

Quando in una colonnina di giornale ci sono una cinquantina di nomi per ogni paragrafo, i casi sono due: o sono le partecipazioni ai necrologi o e’ un articolo sui nuovi entrati nella Margherita. Sono centinaia, di tutte le epoche e di tutte le inclinazioni politiche, di destra e di sinistra, cementificatori e ambientalisti, scapigliati e azzimati, giudici e imputati. C’e’ Titti Parenti e c’e’ Giusi La Ganga, c’e’ Enrico Manca in rappresentanza della dinastia Ming e Sergio D’Antoni “con un incarico ufficiale” ancora da definire (responsabile dei dantoniani?).

Un tempo noto come partito dei prodiani, poi alla ribalta come partito dei prodiani antiprodiani e degli antiprodiani che fanno riferimento a Prodi, oggi la Margherita sta trovando la sua definitiva consacrazione come il piu’ eclettico e multiculturale tra i partiti italiani. La stessa idea del “grande centro” impallidisce di fronte al collage di vite vissute (alcune molto vissute) che la Margherita e’ riuscita a mettere insieme. Con la recentissima aggiunta del “petalo socialista” (ventesima o trentesima scaglia della diaspora post-craxiana), circa il novanta per cento delle famiglie politiche italiane, da Cavour ai nostri giorni, e’ riunito sotto lo stesso tetto. Ogni risultato elettorale inferiore alla maggioranza assoluto sarebbe deludente.

meglio sfogliarle le margherite