like a bridge over troubled water

io non c’ero quel 19 settembre 1981 – Central Park – New York City, a “Il Concerto“, quello per definizione

erano altri tempi, altro il modo di muoversi, o meglio di non muoversi, altro il modo in cui le notizie circolavano, o meglio non circolavano, e magari nemmeno sapevo, in anticipo, che ci sarebbe stato

o magari lo sapevo – come ricordare? – ma chi li aveva, i soldi

e poi erano cominciati gli ottanta, il principio della fine di una generazione che credeva di non aver fine, il momento di coniugare troppe cose, troppi impegni, creduti conciliabili ed assunti a cuor leggero e con assoluta e giocosa sincerita’, e rivelatisi tanto, troppo quasi, aspri e difficili fino a diventare dolorosi – e qualcuno, ancora oggi, lo chiama “riflusso”

ma c’ero ieri sera a guardare quella luna magica, piena, vicina, colorata e nitida (come nessuno avrebbe osato inserire in una scenografia perchè troppo “falsa”) sorgere alle spalle del Colosseo e del palco, proprio mentre il nuovo “Il Concerto” cominciava, per poi rimanere li’, poco più alta nel cielo, pubblico e testimone anch’essa

e, qualunque cosa voglia dire, mi sono sentita ancora io, la stessa, e loro mi sono sembrati ancora e sempre il roccioso Simon e lo spiritello Garfunkel – un angelo quando canta

e, qualunque cosa voglia dire, sono loro grata per questo e altro non m’interessa

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