cagacazzi
va bene che è lunedì, va bene che il tempo è grigio, ma aggiungere a questi eventi inesorabili la lettura di questo articolo di Paolo Flores D’Arcais a proposito della manifestazione di sabato è troppo per chiunque, e il troppo stroppia, si sa: di getto mi è venuto questo commento, di getto l’ho scritto, di getto l’ho inviato al sito dei girotondi, di getto lo posto qui
domani, per fortuna, è un altro giorno

Ma è proprio impossibile chiamare le cose col proprio nome? In perfetto politichese, diamo anche qui un colpo al cerchio e uno alla botte, per non cogliere il significato politico di una vicenda che è gravissima: qualcuno ha deciso che possiede il metro giusto per calcolare il nostro pacifismo. E con quale diritto?
E la reazione DS è dettata da paure elettoralistiche, mentre gli attacchi di questi giorni degli (auto)esclusi dalla lista unitaria, l’unica vera novità politica in Italia, NON lo erano? La “società civile” oggi candidata, vuole continuare ad apparire a mani libere, non assumersi le proprie responsabilità politiche? Non assomiglia all’atteggiamento di Berlusconi, preteso inpolitico a più di 10 anni dall’inizio dell’avventura?
E ancora: la parola d’ordine di Zapatero, va bene in Spagna, ma se la fa Fassino in Italia non è più adeguata?
E, fuori di propaganda, qualcuno pensa veramente, ma VERAMENTE, che dal casino iraqeno, e indipendentemente e senza mettere in disussione le colpe di chi l’ha provocato (anzi a maggior ragione, sentendosene responsabili per colpa della scelta del governo), si possa semplicemente USCIRE, lavandosene le mani?
Caro Flores, il metro che misura me non è nelle tue mani,. così come non è in quelle di Fassino, e nemmeno, mi costa molto dirlo per l’ammirazione che provo per ogni cosa che fa, nelle mani di Gino Strada.
E per finire: sono solo le azioni dei DS che avvantaggiano il regime, come tu sostieni? Invece i pacifisti degli “schiaffi umanitari”, quelli no, non buttano voti moderati in braccio alla destra?
Fossi in te non parlerei nemmeno con tanta leggerezza di “riformisti della chiacchiera”, che da lì (e con stellari eccezioni come Strada, ma non solo) a passare a una manica di “pacifisti della chiacchiera” nostrana il passo è veramente breve.
Certo, con queste premesse l’astensione dal voto a sinistra è quasi scontata. Ma non sarà così facile dare la colpa ad altri: ognuno prima o poi e per fortuna deve prendersi le proprie.