questione di diritti
la legge sulla (contro la) fecondazione assistita tutela esplicitamente i “diritti dell’embrione“, naturalmente prevaricando il diritto di una donna di non danneggiare inutilmente la propria salute sottoponendosi a pesanti trattamenti più volte del necessario, dato il limite imposto dalla legge di creare non più di 3 embrioni e l’obbligo di impiantarli tutti in un’unica soluzione: un buon inizio per tornare ai tempi belli e nemmeno troppo lontani in cui, per obbedire alla morale cattolica, i medici erano tenuti nei casi di emergenza riguardanti donne con gravidanza a termine o quasi, a salvare a tutti i costi il bambino, anche a scapito della vita della madre
siccome però essere sterili e desiderare ugualmente un figlio biologico, oltre che una colpa, è un lusso, la legge esclude che la fecondazione assistita possa avvenire a carico del servizio sanitario nazionale
ma se uno ha i mezzi è ovvio che, a queste condizioni, va piuttosto all’estero, per cui non si faceva prima a proibire e basta? un’unico articolo di legge: in Italia è vietata la procreazione assistita, punto
più chiaro, più semplice, più leale