liberazioni

1. è perlomeno curioso come i ‘liberali’ sostenitori della necessità di liberare l’Iraq dalla dittatura, coloro che credono fermamente che la democrazia si possa e si debba esportare anche con le bombe, che fino a ieri portavano a proprio sostegno l’esempio italiano, la liberazione dal nazi-fascismo, abbiano oggi tanti problemi a celebrarla quella liberazione, e recriminino sul significato ‘di parte’ di quell’evento, si badi bene, di parte comunista, non americana

lasciando perdere la coerenza, che non è di tutti e certamente non di questi (la liberazione dell’Italia è un merito degli americani o una colpa dei comunisti?), la pretesa che la nostra repubblica debba ringraziare insieme chi il fascismo lo ha combattuto e chi fascista era è francamente risibile e insostenibile: i resistenti, comunisti e non, c’erano in quella ‘coalition of willings’, gli altri erano i ‘talebani’ del momento, i primi hanno fatto sì che la nostra posizione di ‘paese sconfitto’ fosse alleviata e presto dimenticata, gli altri, se vincenti, ci avrebbero portato al disastro totale e alla totale corresponsabilità col nazismo

quanto poi alle responsabilità della resistenza negli eccidi nazisti (come a dire che se io do uno schiaffo a te tuo cugino può legittimamente sparare a mia madre, la logica della mafia), mi permetto di ricordare a questi campioni che sono loro a giustificare i ‘danni collaterali’ di tutte le guerre perchè il fine giustifica i mezzi, e di chieder loro come mai non se la prendono anche per le vittime civili dei bombardamenti americani, in Italia ieri, in Iraq oggi

la verità è semplice e lampante: molti italiani erano fascisti, difendevano la dittatura, non sentivano alcun bisogno di democrazia, altri per la democrazia hanno combattuto e sono morti, sarebbe auspicabile che tutti, a oltre 50 anni di distanza, si riconoscessero nei secondi, ma se così non è, il minimo sindacale sarebbe che questi ultimi si stessero zitti; gli americani, che sono assai pragmatici, a mio padre, combattente comunista delle brigate Garibaldi, hanno rilasciato tanto di pergamena di ringraziamento, possibile ci siano italiani non disposti a fare altrettanto?



2. io resto personalmente convinta che si possano ‘liberare’ e ‘democratizzare’ solo i paesi in cui almeno una parte, forte e organizzata, della popolazione e dei suoi dirigenti lo vuole, e che questo quindi sia il vero grande merito, assai più di quelli militari, dei ‘resistenti’ italiani: mi ha fatto un certo effetto, nell’Iraq ‘liberato’, vedere la corrispondenza di Giovanna Botteri da Kerbala durante le grandi celebrazioni religiose, per la prima volta da che la ‘crisi’ è scoppiata costretta a velarsi il capo

non mi pare un buon inizio