Tremonteide

dall’articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica di ieri:

«Quegli impegni [elettorali] sarebbe stato faticoso mantenerli in un’economia che avesse marciato a pieno ritmo, ma adempierli in una fase di stagnazione protratta ormai da due anni era manifestamente impossibile. Questo bisognava confessare alla pubblica opinione. Ma una confessione del genere significava stampare sulla fronte del “premier”, dei suoi alleati, della sua squadra di governo e in particolare del super-ministro del Tesoro, la qualifica di venditori di tappeti e sulla fronte dei loro sventurati “supporter” la qualifica di allocchi.»

«A me sembra straordinario che un paese economicamente maturo sopporti un ministro e una squadra di così modesto livello; che una classe imprenditoriale che passa per essere moderna e agguerrita sia guidata da un personaggio e da una squadra che le ha sbagliate tutte senza eccezione alcuna e che soltanto adesso si accorge quale abisso si è scavata sotto i piedi; che un sindacato cosiddetto moderato abbia accettato un piatto di lenticchie senza rendersi conto che mancava la legna per poterlo cucinare. Tutto ciò avviene perché Berlusconi non può perder la faccia. E ancora non si accorgono che l’ha già persa e che i suoi tappeti falso-persiani non li compra più nessuno.»