promesse, promesse

Ancora cattive notizie sul fronte economico: da una parte l’ISTAT informa che l’incremento del Pil nel primo e secondo trimestre si è fermato alla metà delle previsioni, già più basse di quelle del governo, e che la produzione indiustriale continua a calare pesantemente, dall’altra la UE, rivedendo al ribasso le sue stima di aumento del Pil nell’unione, accredita al nostro paese l’aumento minore e dichiara tutta la sua preoccupazione per il nostro debito pubblico, percentualmente quasi doppio a quello di quasi tutti gli altri paesi.

Lo so, ci vuole un elefante per ricordare tutte le promesse seminate e i numeri elargiti dal duo B.-Tvemonti in campagna elettorale e dopo. Ma io sono un elefante.

All’aprovazione del Dpef per il 2002, cioè appena dopo le elezioni e la nascita del governo, a chi contestava che il 3,1% di aumento (poi sceso al 2,3 ed ora all’1,3) del Pil per il 2002 fosse un’aspettativa esagerata in quanto superiore alla media prevista per i paesi UE, il “dinamico duo” contrapponeva la specificità del proprio governo, che avrebbe sicuramente garantito, con rutilanti riforme, una performance superiore alla media.

Certo, l’11 settembre non è colpa loro, la frenata dell’economia mondiale neanche, e magari neppure hanno l’intera colpa della frenata interna: come la mettiamo col fatto che produrranno non già la migliore, bensì la peggiore performance di tutta europa?