[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1974
Tra il segretario democristiano e la sincerità corre un rapporto non oscurato da ombre, egli avversa il fumo perchè respira soltanto verità, è genuino come il Chianti del galletto, sulla spalla destra, come la vera argenteria, porta tatuato un ‘800’, e proprio l’altro giorno, quando ha proposto il cosiddetto patto di legislatura, una delle pensate più chiare e sincere della sua limpida carriera, gli era arrivato fresco fresco il decreto del ministero di Grazia e giustizia, col quale gli viene riconosciuto, a tutti gli effetti, il diritto di chiamarsi d’ora in poi Amintore Fanfani Bugiardi, che è il cognome di una antica famiglia aretina, non estinta, da riportare in onore.
B., che non si piega a legge alcuna, ma piega queste alle proprie necessità, preferisce mutare direttamente il vocabolario, sul quale ormai il suo nome sostituisce il sostantivo “bugiardo”
senso comune
che la devolution non sarà mai approvata così come Bossi l’ha presentata, ormai, lo sanno veramente tutti
e nonostante ciò la maggioranza pretende che il senato vi sprechi tempo ed energie (che dovrebbero in questi giorni essere spesi sulla finanziaria, che ne ha un bisogno disperato) aizzando l’opposizione all’ostruzionismo duro, dato che rifiuta ostinatamente sia di presentare già oggi le modifiche che tutti sanno saranno apportate alla camera, sia di rinviare la discussione a quando le modifiche saranno pronte
tutto per far passare a Bossi un tranquillo natale a casa sua a Ponte di Legno, poi anno nuovo devolution nuova, il tutto alla faccia del rispetto per il senato e per le istituzioni in genere, oltrechè per il nostro buonsenso
faziosità e menzogna
il Giornale di carta di oggi titola in prima pagina “Ciampi: basta barricate sulla devolution”: come lo si interpreta un tale titolo? senza ombra di dubbio come uno stop da parte del presidente all’ostruzionismo duro dell’opposizione
ecco il discorso integrale del Presidente: leggetelo e vedete se trovate nelle sue parole qualsiasi cosa che giustifichi una simile interpretazione
qui non si tratta essere “di parte”: questa è menzogna pura e semplice, B. docet
[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1974
[…] altre scelte, nella formazione del nuovo ministero, ci sembrano felicemente persuasive. Mentre scriviamo, si parla del socialdemocratico Lupis come ministro per la Ricerca scientifica. In realtà, nella sua modestia, l’on. Lupis ricercava solamente un ministero, ma quando si è trattato di assegnare un titolare alla Ricerca scientifica pare che un solo nome sia venuto alle labbra di tutti: Lupis, prima di tutto perchè il predecessore on. Bucalossi otterrebbe così la realizzazione di un suo sogno che gli esperti giudicavano impossibile: essere rimpianto, e poi perchè il socialdemocratico Lupis è il solo, in Italia, fermamente convinto che Galileo sia il nome di un cinema.
come si vede, la nomina per manifesta incompetenza dell’ing. Castelli alla giustizia s’inserisce in un’antica tradizione italiana
tempi moderni
l’interminabile coda all’ufficio postale per ritirare una raccomandata (a proposito, ma Poste SpA non doveva essere incomparabilmente più efficiente della vecchia posta simplex?) è stata alleviata dalla lettura dell’avviso “Per il servizio MoneyGram (Trasferimento di Fondi all’Estero) rivolgersi allo sportello 16″ sotto il quale un anonimo compagno di sventura aveva aggiunto lo sferzante “da Previti“
[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1974
Siamo sicuri che i nostri nipoti, fra moltissimi anni, vivranno per così dire in mezzo all’on. La Malfa, nel senso che tra monumenti, bassorilievi, busti e lapidi dedicati a quel grande, abiteranno in piazza La Malfa, corso La Malfa, via La Malfa, vicolo La Malfa, rio terrà La Malfa. […] Ma in attesa che i posteri si abbiano un La Malfa immortale e silenzioso, noi dipendiamo sempre di più da quest’uomo che, vivo, non possiamo ancora consegnare alla storia, a patto che poi se lo tenga.
Fortebraccio si riferisce ovviamente a La Malfa Ugo e non a La Malfa Giorgio, del quale, conoscendolo, avrebbe sicuramente scritto ciò che scrisse di Tanassi:
[…] l’on. Tanassi è un buonuomo, praticamente inesistente. Quando Amleto si avanza sulla scena per recitare il famoso monologo e dice “Essere…o non essere?”, nella pausa fra le due alternative pensa a Tanassi. Il quale è stato una delle più grandi intuizioni di Shakespeare, e non disturba nessuno.
[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1980
[…] Siamo di fronte a ruberie immani, a contrabbandi (uno dei quali, da solo, supera i duemila miliardi e coinvolge generali e personaggi di calibro non inferiore), ci troviamo davanti a favoritismi (basti pensare a quello dei petrolieri), a trasferimenti di capitale, a trucchi bancari, a falsificazioni di documenti, nei quali non è possibile, assolutamente non è possibile, che non sia un qualche modo coinvolta la classe politica che governa il paese; e i segretari dei quattro partiti [DC, PSI, PSDI, PRI], belli belli, pensano per prima cosa a scovare i calunniatori. Oh, gli innocenti ministri, i candidi uomini della maggioranza, gli immacolati capi delle correnti: come è possibile – dicono Piccoli e Longo – permettere senza reagire che essi vengano ancora sfiorati da sopetti e imbrattati da accuse? Cos’è questa storia di Bisaglia? Cos’è questa storia di Gioia? Cosa sono tutte queste fantasie di contrabbandi, di costruzioni abusive, di tabulati e di clientele mafiose? Ma la vogliamo semttere una buona volta di diffamare e di cercare di rovinare galantuomini? Abbiamo appreso con piacere che i quattro torneranno a incontrarsi. Vedrete che decideranno quanti anni di galera comminare, senza condizionale, a coloro che si permettono di andare a dire che forse c’è in giro qualche ladro altolocato.
bei tempi, quando bastava prendersela con oppositori e giornalisti, mentre i magistrati, almeno quelli che contavano, erano tutti schierati col potere e di Cirami non c’era bisogno
quando il troppo stroppia
dall’interessante “Rapporto annuale sui cittadini e le istituzioni in Italia” pubblicata sul Venerdì di Repubblica traggo un dato che mi pare altamente significativo: la fiducia nella magistratura è crescuta del 6% dall’anno scorso, che non è poco
ma se poi si legge il dato disaggregato fra elettori di centrodestra e di centrosinistra, si scopre che tale fiducia è aumentata fra i primi di quasi il 14%, mentre fra i secondi di appena il 2% e che la distanza fra i primi (47%) e i secondi (55%) non è poi così abissale
che i vari B., Previti, Castelli, Pecorella, Cirami ecc. abbiano esagerato è chiaro, che se ne siano accorti anche i loro elettori mi pare dimostrato
appelli
ricevo e volentieri pubblico l’appello della LANB, Lega per l’abolizione di Nicoletta Braschi:
– Dobbiamo assistere impotenti al declino di un grandissimo?
– Dovremo rimpiangere per sempre quel figone dell’Olimpia Carlisi?
– Dovremo limitarci a ricordare con malinconia il Maestro di Vergaio degli anni d’oro, da “Televacca/Onda libera” fino a “Down by law”?
mi dissocio dal “grandissimo”, mi associo a tutto il resto
essenziale
così potrebbe essere definita l’ultima versione del Tg2 delle 20,30 che ieri sera, ad esempio, nello sforzo di “badare al sodo” ha avuto la seguente scaletta: gli attentati in Kenia, le reazioni in Israele, le zone alluvionate, l’Etna e infine una fondamentale intervista in studio con servizio sul nuovo disco di Ornella Vanoni
mica ci sono altre questioni sul tappeto, in Italia, vero?