il re è nudo
Non so se tutti lo provino, oggi, lo stesso sollievo che provo io, e non perchè qualcuno è stato condannato a molti anni di carcere che non è cosa di cui rallegrarsi. Quello che conta è che la camera di consiglio di ieri, già solo per essersi tenuta, ha battuto una pretesa e una strategia: quella che se sei ricco abbastanza e potente abbastanza la giustizia degli uomini non può e non deve toccarti. Ora torneranno alla carica: immunità parlamentari e ogni altro arnese sembri utile. Lo faranno, ma questa sentenza e la giornata di ieri li lasciano in mutande. Grazie.
‘La’ sentenza
Previti: 11 anni, interdizione perpetua dai pubblici uffici e dalla professione di avvocato per 5 anni
Pacifico: 8 anni e 6 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici e dalla professione di avvocato per 5 anni
Acampora: 5 anni e 6 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici e dalla professione di avvocato per 5 anni
Metta: 13 anni
Squillante: 8 anni e 6 mesi
Verde: assolto
B.: «La politicizzazione di certa magistratura, volta a condizionare la nostra vita politica, è un problema che dovrà essere risolto per il bene del paese, delle sue istituzione, dei cittadini italiani»
[no comment]
Previti – «Calunnie, questa legge non mi interessa»
Ghedini – «il presidente del Consiglio non chiederà mai il patteggiamento al processo Sme»
Mormino (FI) – «Il popolo ha già giudicato. E ha scelto Berlusconi» – «per il premier la presunzione di innocenza è rafforzata dal verdetto popolare»
Valentino (An) – «Non verrà condannato, [B.] ma se per disgrazia lo fosse sarebbe una sentenza dimezzata, senza effetti, svuotata dalle polemiche di questi mesi»
Pecorella – «Condanna uguale urne, tanto più se arrivasse durante il semestre di presidenza italiana della Ue» – «L´appello di Previti al Parlamento non era necessario, stiamo lavorando bene»
Castelli – «Nessun obbligo di dimissioni, ma se ci fosse qualche problema, allora immediatamente si va a votare, l’unico tribunale adatto a giudicare il premier è il popolo»
Anedda (An) – «Nel 1994 i sottosegretari si dimettevano per un avviso di garanzia. Oggi per un avviso di garanzia non si dimette più nessuno. Nel caso malaugurato che arrivasse una condanna, Berlusconi dovrebbe fare finta di niente, viceversa riconoscerebbe un fondamento giuridico a un processo che non ne ha.»
Valentino – «E’ ormai un giudizio dimezzato, anche dall’atteggiamento dei magistrati, che hanno difeso con le unghie la loro competenza, dunque nessun effetto»
ieri… ora e sempre
(…) Un piccolo gruppo di uomini di questo popolo ha scritto la più grande pagina della Resistenza europea: la rivolta del ghetto di Varsavia. Duecento giovani affamati, stremati dall’impossibile vita a cui i nazisti avevano costretto gli ebrei in quel ghetto insorsero contro una forza soverchiamente superiore armati di sole pistole, bottiglie Molotov e mani nude. Erano guidati da un comitato centrale di cinque uomini, la somma delle loro età faceva 105 anni. Il capo degli insorti Mordekhai Hanilecitz aveva 19 anni. Tennero testa a 2500 uomini dell’esercito tedesco armati fino ai denti con carrarmati, blindati e lanciafiamme per quattro settimane, una di più dell’esercito polacco. Per avere ragione di quegli ebrei i “superuomini” nazisti dovettero radere al suolo l’intero ghetto pietra per pietra dandolo alle fiamme e bruciando vivi i suoi ultimi abitanti. Quella resistenza eroica e titanica è legata alla storia di tutta la Resistenza, ora e sempre, lo sterminio degli ebrei è opera dei nazifascisti, ieri… ora e sempre! Chi è convinto nemico di quella barbarie non può non chiamarsi antifascista, ora e sempre! Oggi nel cinquantottesimo anniversario della grande lotta di Liberazione i Soloni di un falso revisionismo squallidamente strumentale vogliono intorbidare le acque per servire una visione conservatrice del mondo, basata sulla volontà dei potenti e dei ricchi. Come ogni anno anche quest’anno portano un attacco sempre più violento alla Resistenza. Ci vengono a raccontare che le stragi naziste furono responsabilità dei comunisti. Scambiano con protervia l’America dello “stupid white man” George W. Bush con quella di Franklin D. Roosvelt che diede un contributo cruciale alla liberazione dell’Europa, si danno a queste crisi dissociative perchè in fondo pensano che gli italiani siano deficienti pronti a bersi qualsiasi amenità revisionista. Anche la resistenza del Ghetto di Varsavia fu combattuta in stragrande maggioranza da bundisti (socialisti e rivoluzionari), comunisti e sionisti anch’essi in prevalenza di sinistra. Aspettiamo che in occasione di un qualche prossimo anniversario della Liberazione i brillanti revisionisti dei talk-show ci vengano a spiegare che se non fosse stato per quegli ebrei rossi che insorsero a Varsavia, la soluzione finale sarebbe stata meno brutale e che in fondo gli ebrei le rogne se le vanno sempre a cercare.
Moni Ovadia (L’Unità di carta, 26 aprile 2003)
così, tanto per ricordare, non per rispondere a chi risposte non merita
imbarazzante
è successo che Mr. Blair, David Blair, corrispondente del Daily Telegraph da Bagdad, entrando in una stanza del ministero degli esteri iraqeno miracolosamente risparmiata tanto dalle bombe quanto da incendi e saccheggi, nonchè del tutto ignorata fin lì sia dai funzionari del ministero che avevano provveduto prima della fuga a far scomparire pressochè tutti i documenti di una qualche rilevanza, sia dall’intelligence alleata che quei documenti indubbiamente cerca, vi abbia trovato una cartellina azzurra, con tanto di etichetta “Gran Bretagna”, contenente una compromettente lettera che dimostrerebbe come il il deputato laburista George Galloway avrebbe ricevuto soldi dal regime di Saddam Hussein
notizia imbarazzante per gli inglesi, come francamente imbarazzante pare il modo in cui è stata trovata
essendo però, appunto, ‘cosa loro’, la stampa nostrana la pubblica con poco risalto e una certa cautela
ma ci pensa Ferrara a colmare la lacuna, dedicando un’intera puntata di 8 e 1/2 alla vicenda, partendo da buon garantista col dire che la storia non è provata, e poi giù a dimostrare, validamente coadiuvato dagli ospiti, che è credibile perchè la (a)moralità del personaggio è nota e, in un crescendo rossiniano, a tentare di estorcere mea-culpa ai pacifisti italiani e a collegare quella, circoscritta, vicenda ai soldi di Saddam che ‘possono essere stati utilizzati allo stesso fine’ [comprare alleati e consensi] anche altrove, il tutto ovviamente per pura deduzione logica (?) e senza lo straccio di una prova o di un indizio
110 milioni di pacifisti comprati, insomma: imbarazzante per lui, per noi, per non parlare dell’imbarazzatissimo co-conduttore
la sfortuna di Galloway sta nel sedere al parlamento britannico, se invece sedesse in quello italiano potrebbe contare anche su Ferrara per garantirsi in ogni caso, sia o meno colpevole, i benefici di immunità parlamentari ed altri attrezzi giuridici vari, pensati apposta per tener lontane le grinfie dei magistrati ‘vincitori di concorso’ dagli ‘unti dal signore’ del voto popolare
utili letture
durante il mio quasi quotidiano giro di blog-letture, della serie ‘ci leggiamo solo fra di noi, che danno potremo mai fare?‘, m’imbatto in questa ‘difesa d’ufficio’, che mi porta a ‘sta cosa, di cui si parla diffusamente anche qui
a questo punto ricordo un consiglio di lettura che certe incomprensioni su licenze poetiche e ‘fumose’ assonanze mi avevano spinto a ignorare
e scopro il blog di Selvaggia Lucarelli
a caval donato …
liberazioni
1. è perlomeno curioso come i ‘liberali’ sostenitori della necessità di liberare l’Iraq dalla dittatura, coloro che credono fermamente che la democrazia si possa e si debba esportare anche con le bombe, che fino a ieri portavano a proprio sostegno l’esempio italiano, la liberazione dal nazi-fascismo, abbiano oggi tanti problemi a celebrarla quella liberazione, e recriminino sul significato ‘di parte’ di quell’evento, si badi bene, di parte comunista, non americana
lasciando perdere la coerenza, che non è di tutti e certamente non di questi (la liberazione dell’Italia è un merito degli americani o una colpa dei comunisti?), la pretesa che la nostra repubblica debba ringraziare insieme chi il fascismo lo ha combattuto e chi fascista era è francamente risibile e insostenibile: i resistenti, comunisti e non, c’erano in quella ‘coalition of willings’, gli altri erano i ‘talebani’ del momento, i primi hanno fatto sì che la nostra posizione di ‘paese sconfitto’ fosse alleviata e presto dimenticata, gli altri, se vincenti, ci avrebbero portato al disastro totale e alla totale corresponsabilità col nazismo
quanto poi alle responsabilità della resistenza negli eccidi nazisti (come a dire che se io do uno schiaffo a te tuo cugino può legittimamente sparare a mia madre, la logica della mafia), mi permetto di ricordare a questi campioni che sono loro a giustificare i ‘danni collaterali’ di tutte le guerre perchè il fine giustifica i mezzi, e di chieder loro come mai non se la prendono anche per le vittime civili dei bombardamenti americani, in Italia ieri, in Iraq oggi
la verità è semplice e lampante: molti italiani erano fascisti, difendevano la dittatura, non sentivano alcun bisogno di democrazia, altri per la democrazia hanno combattuto e sono morti, sarebbe auspicabile che tutti, a oltre 50 anni di distanza, si riconoscessero nei secondi, ma se così non è, il minimo sindacale sarebbe che questi ultimi si stessero zitti; gli americani, che sono assai pragmatici, a mio padre, combattente comunista delle brigate Garibaldi, hanno rilasciato tanto di pergamena di ringraziamento, possibile ci siano italiani non disposti a fare altrettanto?
2. io resto personalmente convinta che si possano ‘liberare’ e ‘democratizzare’ solo i paesi in cui almeno una parte, forte e organizzata, della popolazione e dei suoi dirigenti lo vuole, e che questo quindi sia il vero grande merito, assai più di quelli militari, dei ‘resistenti’ italiani: mi ha fatto un certo effetto, nell’Iraq ‘liberato’, vedere la corrispondenza di Giovanna Botteri da Kerbala durante le grandi celebrazioni religiose, per la prima volta da che la ‘crisi’ è scoppiata costretta a velarsi il capo
non mi pare un buon inizio
pentole e coperchi
“Per gli imam iracheni, il modello teocratico dell’ayatollah Khomeini resta ancora il piu’ valido. deve essere valido anche per Bush, se ha addiritturo fatto una guerra per poterlo vedere realizzato anche a Baghdad…”
Giovanna Botteri per RaiNews24
come fare una guerra per ‘esportare la democrazia’ e ritrovarsi con un’altro stato integralista islamico
VR
l’acronimo sta per ‘virtual reality’ ed è probabilmente l’unico aspetto della modernità davvero intimamente connesso alla personalità del nostro premier, il quale virtualmente governa un paese virtuale nel quale tutto funziona nel migliore dei modi possibili, l’economia virtuale va bene, l’occupazione virtuale aumenta, la democrazia virtuale e la sua virtuale popolarità sono assicurati dai suoi sondaggi virtuali; e siccome nella sua Italia virtuale, anche l’informazione lo è, lui può legittimamente considerarsi il più grande statista (virtuale) di tutti i tempi
e quando è costretto a uscire dai confini del suo virtuale paese di bengodi, pur di non affrontare un po’ di RL (real life), alla quale non è affatto preparato, ricorre alla negazione, così, ad esempio, “La notizia è che ci sono stati due vertici di Atene”
un consiglio: lasci perdere l’esportazione della democrazia, che non è nelle sue corde, meglio una dose massiccia di VR
insomma, anzichè carabinieri, Carabinieri 2
capolavoro diplomatico
così B., col solito understatement, aveva definito la linea tenuta dal governo italiano nella crisi iraqena
è senz’altro un riconoscimento internazionale alla sua sagacia, dunque, se stamattina ad Atene la presidenza europea ha fatto proprio un documento comune sugli aiuti all’Iraq e sul dopoguerra, che pone al centro di ogni futura iniziativa l’Onu, prodotto da Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, dopo un intenso lavoro diplomatico che ha completamente ignorato il nostro paese (al punto che nè B., nè Frattini ne sapevano nulla)
e adesso chi glielo racconta a Ferrara che, se gli USA e la Gran Bretagna hanno vinto, non sono state Francia e Germania a perdere, ma la sciagurata Italia berlusconiana?
si poteva pensare, in Europa, che data la nota preoccupazione umanitaria del nostro presidente del consiglio, e soprattutto dato che a giorni la presidenza di turno europea spetterà a lui, B. avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, e invece eccolo che contesta la decisione della presidenza di turno greca. “Non ne abbiamo parlato al tavolo comune” dei capi di Stato e di governo dei Quindici – ha dichiarato – quindi la procedura “non è corretta”
noi italiani, che lo conosciamo bene, non siamo affatto stupiti