[cronache di bananas – speciale Rai]

• «se Confalonieri provasse a spostare una rete qui e una là l´azionista lo farebbe interdire, con tutto che erano compagni di banco» Curzio Maltese su Repubblica

• Mario Landolfi, AN: «Ci sembra davvero singolare questo modo di affrontare i problemi. Un conto è valorizzare il territorio, un altro è smembrare un’azienda. C’è un piano industriale? Dove se n’è discusso? Cosa prevede? Chi l’ha approvato? Sono domande che non possono restare senza risposta», dal Corsera

• B. al consiglio dei ministri di ieri: «la tv pubblica va malissimo, c´è confusione ad ogni livello. Noi non possiamo permetterci di affrontare la guerra in Iraq e poi le amministrative con questa Rai. Sembra che lì non sia cambiato niente, è ancora tutto in mano alla sinistra», Claudio Tito su Repubblica

• Pecoraro Scanio: «Praticamente è stato deciso l’avvicinamento a casa del diretur Marano», red su L’Unità

la nostra opinione

mentre B. dichiara che “le manifestazioni pacifiste non aiutano la pace” e Bush che “i pacifisti non ci fermeranno”, c’è qualche istituzione interessata alla nostra opinione di cittadini: la presidenza greca dell’Unione Europea ha promosso un sondaggio elettronico sulla opinione dei cittadini europeri in merito all’attacco all’Iraq

fiamma di guerra

ieri sera a Ballarò Fiamma Nirenstein, famosa come opinionista di riferimento di Socci, si è esibita nel suo solito numero semplificatorio sulla guerra, che evidentemente vive non come una tragedia, ma come una ‘normale’ opzione politica, il tutto corredato dal solito tono cortesemente sprezzante nei confronti dei pacifisti, trattati con argomenti e toni tipici di chi parla con bambini un po’ subnormali

si è spesso portati ad accettare dai figli d’Israele, in considerazione della loro storica coesistenza con la violenza e della loro attuale difficile condizione, una sensibilità diversa dalla nostra e dichiarazioni che sarebbero considerate ‘sopra le righe’ se espresse da chiunque altro in occidente

alla Nirenstein, però, raccomanderei come ‘compitino della sera’, di ogni sera, la lettura dell’opinione di David Grossman su questa guerra

se ci sei…

dalle cronache del vertice straordinario dei capi di governo europei di ieri, pur concluso con un compromesso, si capiscono bene tre cose:

– che Blair e Aznar sono rimasti della loro opinione

– che anche Chirac e Shroeder hanno tenuto le posizioni

– che B. non ha tenuto alcuna posizione (a parte la pessima opinione sulle manifestazioni pacifiste)

… batti un colpo … o meglio di no? chi non fa nulla, non fa danno?

intanto le nazioni unite, che di problemi ne hanno già tanti, sono costrette ad occuparsi anche dell’Italia: B. è accusato da un rapporto di insidiare il sistema giudiziario e di agire come fosse “al di sopra della legge”

110 milioni per la pace

Maltese: “Il giorno dell’odio anti americano è stato al contrario quello della scoperta di un’altra America da amare più che da servire, di un’altra idea di Occidente democratico da difendere. La guerra all’Iraq è sempre più la guerra dei Bush. Per l’inquilino della Casa Bianca e i suoi vassalli in fondo era molto meno pericoloso veder bruciare in piazza le bandiere americane. ”

Scalfari: “Ciò che i trattati e le convenzioni non hanno ancora saputo compiere l’ha fatto il popolo europeo, milioni e milioni di giovani e anziani, di donne e di uomini d’ogni religione o senza religione. L’Europa sta nascendo: questa è la novità sconvolgente. Qualcuno ieri, commentando lo spettacolo che le televisioni mandavano in onda da Piazza San Giovanni e da Hyde Park, si chiedeva con un pizzico d’ironia: “Vedo che cantano e ballano, ma che cosa c’è da ballare?”. Ironia patetica perché c’era invece moltissimo per ballare e cantare: se nasce l’Europa all’insegna della pace e della solidarietà, quello è un giorno di grandissima festa e così infatti è stato il 15 febbraio del 2003.”

Roncone: “Ci sono tutti, sicuro, va bene: ma poi è la moltitudine dei giovani che, davvero, colpisce. Quanti anni avranno? Sedici, venti. Liceali e universitari. Dal Molise e dal Piemonte, dalla Puglia e dalla Lombardia. Tra un lustro, forse, li ricorderanno come la «No war generation», la generazione che era contro la guerra. Cantano: «Signori della guerra/ vi spazzeremo via/ con pace/ con forza/ con allegria/». Mangiano porchetta e fumano hashish. Al collo hanno la kefiah e i fazzoletti dei gruppi scout. Ecco, sì: molti di questi giovani sono cattolici. Questa è un’altra grande novità.”

Di Vico: “Per l’ego dei leader ieri è stata una giornata di fatiche e di scarsissime gratificazioni. […] Cofferati ha fatto anche il suo ormai consueto bagno di folla, ha firmato il solito vagone di autografi e dal corteo ha chiamato a Kabul Gino Strada per raccontargli cosa stava succedendo a Roma. Ma se nel marzo 2002 al Circo Massimo contro l’articolo 18 e qualche settimana fa al meeting girotondino di Firenze il Cinese era stato il re, ieri per il popolo dell’arcobaleno era «solo» un fratello maggiore, magari quello più comprensivo. Ma non il monarca.”

Colombo: “Non era mai accaduto che le Unions americane, prudenti, realistiche, sempre in guardia verso la politica, partecipassero ad una manifestazione contro la guerra. Tanti anni fa, tutte le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam erano di studenti, di giovani, di intellettuali, di artisti. […] Tutti qui amano il loro paese e sventolano bandiere americane per dire, con tante donne e bambini e uomini a Roma, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Istambul, una parola senza odio che unisce: pace. Nessuno, in questa folla, ama o assolve Saddam Hussein. Ma, se vuoi parlare con loro, ti dicono che amano i loro bambini e che non vogliono buttarli, insieme a tanti bambini di tanti altri Paesi del mondo, in un pericolo destinato a durare per sempre.”

Sansonetti: “E’ stata la più grande manifestazione pacifista di tutti i tempi, anzi è stata la più grande manifestazione politica di sempre. Mentre si svolgeva questa manifestazione nella capitale d’Italia, se ne sono svolte altre 600 in tutto il mondo. In seicento città del mondo: da Bangkok, a Parigi, a Londra, a Islamabad, a Varsavia, a New York. Non era mai successo nella storia politica. Non ci era mai riuscito nessuno. Neppure le grandi internazionali di una volta: quella socialista, quella comunista, quella sindacale.”

poi, come sempre, c’è anche chi ha visto i propri fantasmi

Stella: “Una meravigliosa marcia di fraternità di 3 milioni di persone in festa e un facinoroso corteo anti-berlusconiano di poche centinaia di migliaia di fanatici incattiviti si sono contesi ieri piazza San Giovanni divisi da uno specchio rovesciato.”

uno che se ne intende

“Naturalmente la gente non vuole la guerra. Perchè un povero diavolo di una fattoria dovrebbe voler rischiare la propria vita in una guerra quando al massimo ne può guadagnare di tornare alla sua fattoria tutto intero? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: ne’ in Russia, ne’ in Inghilterra, ne’ in Germania. Questo è comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed e’ sempre facile trascinare con se’ il popolo, sia che si tratti di una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo puo’ essere sempre portato al volere dei capi.

È facile. Tutto quello che dovete fare e’ dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo e in quanto espongono il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutti i paesi.”

(Hermann Goering al Processo di Norimberga)

[grazie a Mitì]

[cronache di bananas]

mai avrei creduto, in questi giorni gravi e seri, di vedermi costretta a riesumare questa rubrichina frivola, ma a quanto pare noi il ridicolo non possiamo farcelo mancare mai

la già segnalata, surreale, giustificazione di Saccà per la decisione Rai di non trasmettere la diretta Tv della manifestazione di domani ha suscitato nell’ordine: l’ironia di Casini, la seriosa e sdegnosa risposta di Pera, la generale ilarità bipartisan del parlamento

il nostro ha allora tentato di dare la colpa al CdA Smart, ricevendo la secca e seccata replica di Baldassarre: il cda ha deciso sulla base delle raccomandazioni di Saccà, ove il medesimo volesse ripresentare la richiesta, il cda riconsidererà la questione

puro vaudeville

dal commento di Curzio Maltese su Repubblica: “la coppia di giapponesi svolge, a modo suo, un ruolo importante. Quello di ricordare che esistono livelli di ridicolo e di arroganza invalicabili perfino nell´Italia berlusconiana. […] Baldassarre e Saccà sono persone speciali. Vivono in un mondo a parte. Sono rimasti solo in due, considerando anche Albertoni, eppure riescono a litigare più di tutto l´Ulivo messo assieme. Si fanno la guerra delle soubrette: ciascuno difende la preferita.”

guerra

sono tempi strani e pericolosi, tempi in cui molte delle nostre certezze, forse ingenue, certo limitate al nostro piccolo orto ‘occidentale’, ma consolidate da ben più di una generazione, scricchiolando ci rendono ansiosi, preoccupati ma spesso anche ci spingono a non lasciare che ci vengano strappate dalle altrui decisioni senza aver fatto la nostra parte, almeno di testimonianza, per salvarle e, con esse, salvare quel tanto di ‘civiltà’ senza la quale non sappiamo immaginarci un futuro

fra queste la pace non è la sola, ma è certo la più macroscopicamente significativa, e mi stupisce sempre come questo sentimento a un tempo individuale e collettivo e sicuramente in larga misura prepolitico, venga in Italia invece letto e commentato quasi esclusivamente in termini di schieramenti addirittura ideologici, con una semplificazione a un tempo avvilente e insultante

ne è esempio grottesco la bagarre sulle bandiere di pace esposte negli uffici pubblici, o la decisione della RAI di non trasmettere la diretta della manifestazione di sabato e la sua ridicola motivazione

i cittadini italiani, intanto, impermeabili a tali miserie, continuano la loro opera di testimonianza: le bandiere di pace sono ormai introvabili e la manifestazione di sabato 15 a Roma si preannuncia enorme, conteggi della questura permettendo

il governo farebbe bene a ricordare che potrà anche dichiarare guerra all’Iraq, ma non alla propria pubblica opinione

Costituzione italiana – Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

di tutto, di più

la ‘nuova RAI pluralista’ guidata dal dinamico duo Baldassarre-Saccà che tanto soddisfa il ministro(?) Gasparri ha deciso di non trasmettere la diretta della manifestazione per la pace del 15 febbraio tranquillamente infischiandosene di quel 70% e passa di cittadini che, secondo tutti i sondaggi, a questa guerra sono contrari, ivi inclusa la maggioranza relativa degli elettori della cdl

alla faccia!