[cronache di bananas]
di B. colto con tanto di prove a raccontar balle non solo ai giudici e in qualità di imputato, ma reiteratamente a tutti noi su una grave circostanza processuale (se conoscesse o meno il giudice Squillante) naturalmente nessun tg o gr ha parlato, ma alcuni, nell’ex servizio pubblico, devono essersene vergognati e così ieri è stato l’unico giorno in cui l’informazione Rai ci ha risparmiato un bel servizio sul caso Telekom Serbia, quello nel quale le prove le ha tutte Taormina, ma siccome è dispettoso sia col suo partito che coi suoi clienti, le nasconde insieme al nome dell’assassino del piccolo Samuele
la vergogna era comunque ingiustificata trattandosi di una “non notizia”: secondo una ben nota regola giornalistica, “notizia” sarebbe che il banana ha smesso di raccontar balle

lezioni di democrazia
Silvio Banana: «Per chi non ha fatto politica e’ un grande sacrificio adattarsi alle istituzioni della politica. Per me non potere agire con la liberta’ dell’imprenditore e’ sempre una diminuzione. Certe volte e’ drammatico perche’ io vedo quello che si potrebbe fare ma non posso farlo. Mentre molto spesso nell’imprenditore tra la decisione e la realizzazione c’e’ una linea retta, in politica c’e’ un blocco bizantino, un arabesco»
si scrive imprenditore, si legge padrone

revisionismo in salsa tricolore
l’11 settembre 1973, a Santiago del Cile, un golpe militare rovesciava il governo di “unidad popular” del presidente socialista Salvador Allende; moriva quel giorno, insieme al suo simbolo, un governo di sinistra, con un programma di nazionalizzazione delle risorse (all’epoca tutte in mano alle aziende USA) democraticamente eletto dal popolo cileno e nasceva una dittatura sanguinaria che avrebbe provocato 30000 desaparecidos, quasi il doppio cadaveri e un numero non calcolato di persone torturate e di profughi

gli USA, che di revisionismo vero, quello della verità che viene a galla, se ne intendono, hanno recentemente declassificato i documenti segreti di quel periodo e pubblicamente ammesso che, dopo aver condizionato attraverso la Cia tutte le elezioni (democratiche?) in Cile fin dal 1958, e non essendoci riusciti in quelle del 1970, fomentarono quando non crearono le cause di disagio per la popolazione che prepararono il terreno al golpe e organizzarono il golpe medesimo insieme a Pinochet, per difendere gli interessi economici delle multinazionali statunitensi, non solo, ma che il golpe cileno fu solo la prova generale della strategia Usa per tutto il continente latinoamericano, dando luogo alle feroci e sanguinarie dittature che tutti ricordiamo (per saperne di più)

non è dificile poi supporre che, una volte creati questi mostri, fosse nell’interesse statunitense anche sostenerli economicamente affinchè durassero nel tempo, e che i risultati economici positivi dei quali certe dittature possono a volte fregiarsi, vantati fino a renderli giustificazione alla dittatura e ai suoi orrori, siano in realtà drogati da tali aiuti

il Tg2 di ieri sera (se ve lo siete perso, potete risentirlo qui) ha aperto con una “copertina” a firma Mario Cervi, che si trovava in Cile durante il golpe, il quale riesce in pochi minuti a citare il “degrado” della situazione cilena, portando ad esempio la carenza di pane e i tumulti di piazza conseguenti, a sprecare solo due parole, “connotazione sanguinaria”, per la dittatura, chiudendo col rifuito della “riabilitazione delle idee, dei programmi, delle utopie” del governo di unidad popular

non una parola sul complotto Cia, oggi a conoscenza di chiunque voglia sapere, non una parola sul fatto che il governo era legittimamente eletto, contrariamente a quelli che lo avevano preceduto e a quello che lo sostituì, e invece una condanna di “idee”, “programmi” e “utopie” che, per quanto magari economicamente inefficaci anche in assenza di manipolazioni malevole, non erano però nè totalitari, nè illiberali

e da persone come queste dovremmo farci dare lezioni su cosa sia o non sia un regime, se la nostra democrazia corra o no dei rischi, se il nostro presidente del consiglio sia o no “estraneo alla democrazia“?

[mi associo]
Jurgen Habermas: «l’asimmetria tra la forza distruttiva concentrata dagli sciami teleguidati di missili in aria, eleganti e funzionali, e il selvaggio arcaismo delle orde di guerrieri barbuti e armati di “kalashnikov” sul terreno, resta uno spettacolo moralmente osceno»

mele marce
Pierferdi Casini: «gli italiani sanno che nella magistratura, come in tutte le categorie, ci sono mele marce. Ma in nessun modo le mele marce possono vanificare la fiducia e la gratitudine di tutti gli italiani verso la magistratura»
appunto: mele marce come Squillante e Metta

un mondo tutto suo
avevo deciso di ignorare del tutto notizie e commenti sull’ultimo (solo in ordine di tempo) sproloquio di B., parendomi francamente ormai come rubare in chiesa, finchè non ho letto “un mondo tutto suo“, troppo geniale per essere ignorato