vite parallele
un magnate ultraricco dal passato oscuro, inquisito per vari reati nel suo paese e in altri, proprietario di 3 televisioni, proprietario di una squadra di calcio, scende in politica impiegando a piene mani il proprio denaro e le proprie tv nell’impresa e spargendo mirabolanti promesse elettorali
non è un riepilogo delle disgrazie italiane: è quanto succede oggi in Turchia
qui ovviamente non se ne parla, per saperne di più leggete El Pais (in spagnolo)
il baion
una volta si diceva “la colpa è del baion”, dove il baion era un forse mitico signore famosissimo per portare una terribile sfiga
cerco di ricordare quale capo di governo italiano si sia trovato a fronteggiare in neanche 18 mesi di governo una crisi internazionale come quella seguita all’11 settembre, la borsa in un’inarrestabile spirale al ribasso, la produzione industriale pure, una diminuzione costante dei consumi e contemporaneamente una crescita anch’essa costante dell’inflazione, due eventi che insieme si producono assai raramente, una crisi epocale, la peggiore di sempre, della principale industria nazionale, e ora, in 48 ore, un’eruzione vulcanica e un terremoto, cerco ma non ci riesco
in alcuni di questi eventi ci sono delle responsabilità oggettive e gravi, ma per gli altri? che B. non stia per Banana ma per Baion?
relazioni pericolose
che si possa scrivere di un sindacato qualsiasi, e a maggior ragione di quelli dei lavoratori, «In definitiva il vertice di ieri rilancia l’alleanza tra governo, Confindustria, Cisl e Uil.», com’è scritto in un articolo di Sarcina sul Corsera è cosa che dovrebbe far riflettere, e che poi tale “alleanza” vada a discapito, volutamente e dichiaratamente, del più forte sindacato dei lavoratori non è nemmeno l’aspetto più negativo
lo è invece, ed è pericoloso e niente affatto moderno o liberista, che un tale sitema di rapporti, corporativo, verticistico e avulso da ogni controllo democratico, stia sostituendo quello sano e democraticamente maturo degli “interessi contrapposti”, ricomposti nella trattativa e nella concertazione alla luce del sole
tale sistema, che è tipico delle democrazie compiute e che non si applica solo alle relazioni industriali, anzichè permeare poco a poco tutto il nostro sistema democratico se ne allontana sempre più sull’onda di una deriva populista che ci porterà ovunque fuorchè nel futuro
che dopo la firma del Patto per l’Italia, dopo l’aver inviato lettere fotocopia con quella di Confindustria al governo, dopo aver minimizzato lo sciopero generale della CGIL, dopo aver partecipato senza batter ciglio a riunioni preparatorie dell’incontro di ieri sulla finanziaria a cui la CGIL non era neppure invitata, Pezzotta e Angeletti continuino ad incolpare Cofferati ed Epifani per la rottura dell’unità sindacale è fatto che si commenta da solo, e comunque nel futuro pare d’intravedere un facile sbocco: quando la CGIL sarà rimasto l’unico sindacato sulla piazza, perchè gli altri saranno “altro”, l’unità sarà perfettamente ricomposta
basso impero
nel dibattito, per la verità poco affascinante, se siamo o no in un regime, si inserisce autorevolmente Umberto Eco sull’Espresso sostenendo che ci troviamo piuttosto davanti a rituali da Basso Impero, «quando si crea non un conflitto di interessi bensì una assoluta indentità di interessi tra la propria vita (e interessi privati) e lo Stato.»
Eco fra l’altro solleva un dubbio che condivido: che la fama di grande comunicatore di B. sia usurpata
[off topic]
esce nelle librerie mercoledì, per l’editore Marsilio, il nuovo libro di Mitì Vigliero Lami “Saporitissimo giglio”
titanic
«Il Titanic berlusconiano affonda, anche nel ridicolo, mentre i “pianisti” suonano la Cirami.»
Curzio Maltese, Repubblica
le immagini pubblicate da pippi
classifiche
uscita ieri quella sulla libertà di stampa, stilata da “Reporters sans frontieres”: l’Italia si piazza al 40mo posto, dopo anche Cile e Bulgaria
la classifica
cortocircuiti
ricordate la “miglior finanziaria della storia”, così presentata in una irrituale conferenza stampa congiunta di tutti i leader dei partiti della cdl? ebbene, è ormai certo che di quella originaria stesura la finanziaria che sarà approvata non conserverà nulla tranne i condoni
il governo sta facendo in questi giorni il lavoro che avrebbe dovuto fare prima (concordare con le parti sociali, mettersi d’accordo fra loro) e prepara un maxi-emendamento che la cambierà quasi completamente, ma che non transiterà per le competenti commissioni delle camere e sarà presentato direttamente in aula: intanto le suddette commissioni continuano a discutere, del tutto inutilmente, un testo ormai privo di significato
in merito, l’articolo di Massimo Riva su Repubblica
alla faccia dell’efficienza e del rispetto del parlamento
Il terrorista dentro di noi
effetti e pericoli della paura (dei terroristi, del cecchino) sulle nostre democrazie nell’acuta analisi di Barbara Spinelli sulla Stampa
la citazione: «Il primo segnale venne subito dopo l’11 settembre: “Il nostro mondo non sarà più quello di ieri”, dissero i politici, e con ciò ammisero che le democrazie erano state colpite al cuore, seriamente. Fu allora che mise radici in esse la tentazione autodistruttiva. Che i governanti cominciarono a confondere il bisogno di render conto dei pericoli reali con il desiderio inconfessato di ricavare un utile dalla paura.»